È di questi giorni la notizia che l’Australia è la seconda nazione sviluppata al mondo ad abbandonare (seppure non ufficialmente) l’accordo sul clima di Parigi del 2015. Nel giugno dell’anno scorso era stata la volta del presidente USA Donald J. Trump che aveva deciso di ritirare il supporto americano all’accordo.

A prescindere dall’aspetto politico, di diversi partiti e di visioni contrastanti, ci troviamo ad affrontare un problema tristemente diffuso ai giorni nostri, ovvero ci troviamo a dover necessariamente sottolineare quella che dovrebbe essere un’ovvietà.
La politica non può in nessun modo prescindere dai fatti! E i fatti parlano chiaro: le evidenze del cambiamento climatico in atto e del riscaldamento globale sono inequivocabili e i danni che provoca sono sotto gli occhi di tutti da qualche anno a questa parte: alluvioni, eventi climatici straordinari, surriscaldamento globale, riscaldamento e acidificazione degli oceani ed aumento del livello del mare. Serve di più?

Cosa puo’ essere fatto

Anche sulle cause ci sono pochi dubbi. È un fatto comunemente accettato che il riscaldamento globale, l’acidificazione degli oceani e l’innalzamento del livello dei mari siano da correlarsi con l’aumento vertiginoso della concentrazione della CO2 nell’atmosfera dovuto all’attività antropica. Il livello di accordo tra gli esperti sulla questione cambiamento climatico e sulla sua causa antropica è lo stesso che esiste sul fatto che la terra sia rotonda e giri attorno al sole.

Il grafico mostra la concentrazione di CO2 nell’atmosfera negli ultimi 400.000 anni. Si può notare come questa non abbia mai superato fino a tempi recentissimi un valore massimo. Fonte: Climate NASA

Non affermiamo il primato dei fatti sulle opinioni per spingere una qualche oscura agenda o per sminuire le opinioni di chi non la pensa come noi ma perché, da persone razionali prima ancora che da donne e uomini di scienza, riteniamo che un confronto politico che ignori i fatti sia soltanto un’inutile perdita di tempo per tutti.

In conclusione

In questi tempi moderni, che vedono il risveglio degli istinti populisti ed egoisti più bassi dell’umanità è importante che ciascuno di noi faccia la sua parte ovvero fermarsi un istante e riflettere se ciò che sosteniamo o una politica che ci piace sia o meno in accordo con i fatti. È dovere di ogni cittadino infatti spingere la politica ad occuparsi di problemi reali e non di ciance, di costringere i governi a riforme dettate dall’evidenza fattuale e non semplicemente dall’ideologia; e non perché i fatti siano in qualche modo migliori delle idee ma perché i fatti, prima o poi, si faranno vivi per presentarci il conto, che lo vogliamo oppure no.
Per usare una metafora: non c’è nessun vantaggio a risparmiare i soldi del paracadute quando si va a fare skydiving, indipendentemente dal motivo per cui siete convinti che sia la scelta migliore, la realtà vi aspetterà comunque al varco 3600 metri più in basso.

Matteo Bonas