La maschera di Carnevale, un racconto dedicato alla festa in maschera

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Si sta avvicinando il Carnevale per questo abbiamo deciso di dedicare il nostro racconto a questa festa. Lo abbiamo fatto ispirandoci al mondo del circo e ai clown.

Davanti allo specchio quella maschera che per lungo tempo aveva nascosto la realtà. Una verità inesorabile che si mostrava priva di ogni inganno di fronte ai suoi occhi. Ecco cosa traspariva dallo sguardo di Santo mentre si truccava per lo spettacolo di Carnevale. Oggi avrebbe fatto ridere un’ultima volta una persona che avrebbe dovuto lasciare. Anche oggi ricordava quando la maschera di ilarità gli era servita per nascondere il suo triste passato. Santo infatti non era sempre stato un clown di un circo ma quel ruolo gli serviva come suo rifugio da una vita che aveva distrutto.

Carnevale, una vita spezzata

Le origini del Carnevale, fonte Il Covo di Diana

La musica di Carnevale impazzava fuori dalla sua roulotte eppure Santo ci pensava ancora alla sua vita passata mentre si attaccava un naso da pagliaccio. Un naso rosso che gli ricordava il suo in un ennesimo giorno da ubriaco. L’alcol gli stava rovinando la testa e il cervello eppure non riusciva a smettere come sosteneva di voler fare. Finchè un giorno mentre era ubriaco fradicio ferì gravemente la moglie che tentò invano di strappargli una bottiglia. Un episodio devastante capitato di fronte a suo figlio. Una ferita che non si richiuse mai del tutto spingendolo ad abbandonare quella famiglia che lui stesso aveva messo in pericolo. Poi il vagabondaggio è la scelta di unirsi ad un circo.

La scelta di indossare una maschera per far ridere gli era servita per nascondere una realtà fatta di dolore e di solitudine. Poi un giorno quel muro di sorrisi finti si crepò quando incontrò per caso un ragazzino venuto a conoscerlo dopo lo spettacolo. Giulio era un bambino della stessa età del figlio e il solo rendersene conto fece lacrimare Santo che riuscì tuttavia a nascondere il suo pianto. Ne nacque una piccola e divertente amicizia che in un primo momento fece bene a Santo salvo poi ricordargli il figlio abbandonato. Ecco perchè ancora una volta fu sul punto di prendere una drammatica decisione

Devo andar via

Mi dispiace questa è l’ultima volta che ci vediamo. Andrò a lavorare in un altro circo”, disse Santo un giorno a Giulio. Il bambino pianse sapendo che un giorno non avrebbe visto più l’amato clown e a nulla valsero i suoi tentativi per far cambiare idea a Santo. Il piccolo Giulio tuttavia non si arrese ma cercò con l‘aiuto dei genitori un modo per trattenere Santo. “È per via del figlio”, gli sussurrò un giorno in un orecchio un inserviente del circo, “non lo vede da 5 anni”. Santo però non volle rispondere alle domande sulla sua famiglia poste da Giulio nascondendosi ancora una volta dietro la falsità dei suoi scherzi da clown.

Anzi dopo i discorsi di Giulio Santo fu sempre di più convinto ad andarsene. Era come se quel naso finto e quel trucco con cui aveva nascosto la verità si stesse sgretolando lasciando il posto ad una grande paura. Santo era infatti spaventato dal fatto che il suo passato tornasse a combattere con lui e gli ripresentasse il conto dei suoi errori. Una sera fu anche sul punto di stappare una piccola bottiglietta di gin ma il terrore di finire nuovamente nella spirale dell’alcol gliela fece buttare via. Fu a quel punto che prese la decisione di andarsene e di partire per sempre fuggendo ancora dai suoi problemi. Così si ritrovò a truccarsi un ultima volta per un ultimo spettacolo

Epilogo

Santo entrò in scena come sempre carico di entusiasmo nonostante i fatti accaduti. Andò avanti con il suo numero come di consueto finchè qualcosa non lo turbò facendolo piangere. Il piccolo Giulio stava entrando in pista con un altro bambino. Nonostante gli anni trascorsi lontano Santo non potè non riconoscere suo figlio. “Papà ti voglio bene e ora che tu faccia il numero più bello”, gli disse, “ quello di restare con me e Giulio”. In quell’istante Santo gettò la sua maschera da clown con un pianto a dirotto tra le braccia del figlio che gli aveva sempre voluto bene. Nonostante il numero si fosse fermato il pubblico applaudì perchè aveva assistito allo spettacolo più bello, quello delle emozioni.

Stefano Delle Cave

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