La morte di Luana sul lavoro finisce in patteggiamento, la delusione della madre

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Di Francesca De Fabrizio

Un anno dopo la morte di Luana D’Orazio, 22enne che lavorava in un’azienda tessile, il giudice approva il patteggiamento. Il manutentore del macchinario rinviato in giudizio. La delusione della madre della vittima “Volevo stoppare le morti sul lavoro ma ne avvengono ancora tante”

Patteggiamento per l’azienda in cui è morta Luana. La madre: volevo di più

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“Mi aspettavo un po’ più di rispetto per la morte di mia figlia”. Sono queste le parole di delusione della mamma di Luana D’Orazio, 22enne morta lo scorso anno mentre lavorava all’orditoio di una ditta tessile. La giudice per l’udienza preliminare Francesca Scarlatti ha accolto il patteggiamento della pena: 2 anni per Luana Coppini, titolare della ditta e 1 anno e 6 mesi al marito Daniele Faggi, responsabile di fatto. Per entrambi la sospensione condizionale: niente carcere.

La condizione per il patteggiamento è stata concordata con la procura di Prato: il pagamento di un milione di euro di risarcimento. La mamma della vittima “Speravo in una pena più giusta, qualcosa in più. Volevo stoppare le morti sul lavoro ma ne avvengono ancora tante”. Rinviato a giudizio il manutentore Mario Cusimano per rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche. L’accusa: l’orditoio che ha ucciso Luana sarebbe stato modificato per aumentarne la produttività.

Francesca De Fabrizio

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