La notte in cui Galilei tracciò la posizione di Nettuno

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Di Giorgia Lanciotti

Il 27 dicembre 1612 Galileo Galilei annotò per la prima volta il pianeta Nettuno. Quella sera lo scienziato pisano disegnò due volte il corpo celeste appena scoperto, che si andò a trovare in congiunzione con Giove nei giorni successivi.

Galilei e la scoperta di Nettuno

Galileo Galilei © www.lebiografie.it

La prima osservazione conosciuta dell’esistenza di Nettuno avvenne mentre il famoso italiano scrutava il cielo notturno alla ricerca di nuovi pianeti. Tuttavia, la definitiva identificazione di Nettuno sarebbe avvenuta soltanto nel 1846 grazie a Johann Gottfried Galle, per mezzo dei calcoli di Urbain Le Verrier e John Couch Adams. Fu così che la scoperta venne riconosciuta universalmente come franco-tedesca.

Tuttavia, oggi sappiamo che questi astronomi non furono i primi ad osservare Nettuno. La prima teoria della sua esistenza è da attribuire a Galileo Galilei. La notte tra il 27 e il 28 dicembre 1612, mentre disegnava le lune di Giove con il suo telescopio, Galileo disegnò due volte Nettuno appena scoperto, che si andò a trovare in congiunzione con Giove alcuni giorni dopo, proprio all’inizio del 1613.

Scrutando il cielo, egli si accorse di qualcosa di molto interessante: c’era un corpo che sembrava una stella ma che non brillava. Dunque, Galilei pensò di aver trovato un pianeta. Il suo primitivo telescopio era in grado di ingrandire solo circa 30 volte e probabilmente per questo pensò che Nettuno fosse una stella, e non un pianeta.

1613. Galilei torna a guardare Nettuno

Ad un anno di distanza circa dalla prima osservazione, Galiei guardò di nuovo il cielo per capire se quella stella avesse cominciato a diventare retrograda. Successivamente riuscì a dimostrare che si trattava non di una stella, ma proprio di un pianeta. Lo annotò nei suoi disegni del sistema solare e lo mostrò al pubblico. Nei suoi appunti, però, non scrisse alcun nome per questo pianeta appena scoperto. Oggi David Jamieson dell’Università di Melbourne sostiene che Galileo lo avesse annunciato in un anagramma però annullato dalla Chiesa cattolica.

La verità è figlia del tempo e non dell’autorità. La nostra ignoranza è infinita: diminuiamola almeno di un millimetro cubo! Perchè voler essere adesso tanto intelligenti, se potremo alla fine essere un pochino, un nonnulla meno sciocchi?

Bertolt Brecht, Vita di Galileo

Dopo Galilei: altri osservatori di Nettuno

Dopo di Galilei, gli astronomi continuarono a guardare Nettuno e conclusero per sostenere che quel corpo era una stella in congiunzione con Giove. Solo nel 1821, l’astronomo Alexis Bouvard, tenne traccia per mesi delle sue osservazioni su Urano e scrisse sui suoi appunti quanto fosse rimasto turbato da quello che pareva essere solo un corpo sconosciuto, facendolo credere all’esistenza di Nettuno.

Nel 1844, John Adams, affascinato dai misteri di Nettuno, volle dimostrare la sua esistenza. Raccolse molti dati sull’argomento e ne parlò principalmente con altri famosi astronomi fino al 1846.
L’ultimo a cercare questo pianeta nel cielo fu Urbain Le Verrier. Ignaro delle osservazioni di Adams, egli fece alcuni calcoli per scoprire dove avrebbe potuto trovarsi il pianeta. Poi, osservando il cielo attraverso le leggi di Newton, quanto e dove venisse tirato, considerò ciò che aveva proposto l’astronomo Johann Gottfried Galle. Quest’ultimo, infatti, aveva suggerito di usare i calcoli del rifrattore all’osservatorio di Berlino per trovare la posizione di Nettuno. Così quando Galle ottenne la nota cercò Nettuno nel cielo notturno e finalmente lo trovò.

Giorgia Lanciotti

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