Sembra proprio che il capolavoro Notte Stellata di Van Gogh corrisponda a precise leggi della fisica riguardanti delle turbolenze dell’atmosfera. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Physics of Fluids da un gruppo di esperti di dinamica dei fluidi.
Notte Stellata di Van Gogh, quando arte e fisica si incontrano
Quando ci si trova davanti al capolavoro Notte Stellata di Vincent Van Gogh non si può non rimanere estasiati di fronte alle pennellate dinamiche e vivide che l’artista utilizza per dipingere la volta celeste. Il cielo vorticoso rappresentato nell’opera d’arte sembra non sia solo una scelta estetica in quanto celerebbe un preciso fenomeno fisico che governa l’atmosfera. Un gruppo di esperti in dinamica dei fluidi ha pubblicato uno studio sulla rivista Physics of Fluids: Hidden turbulence in van Gogh’s The Starry Night (Volume 36, Issue 9, September 2024). Andando oltre la palese bellezza dell’opera, gli studiosi hanno cercato di capire se le increspature che dominano il cielo notturno del dipinto Notte Stellata potessero essere spiegati con la fisica.
Il dipinto del 1889 è uno dei più noti di Van Gogh; il cielo blu, rischiarato dalla luna e le stelle, appare quasi in movimento. Le sfumature del colore si increspano con i toni del giallo creando riflessi e formando piccoli vortici, come se l’artista con la dinamicità delle sue pennellate, volesse cogliere dei movimenti del cielo. Sembra che il dinamismo della tecnica utilizzata da Van Gogh celi un fenomeno fisico ben preciso: una rappresentazione della turbolenza atmosferica. Il dinamismo dipinto da Van Gogh segue precise leggi fisiche, le stesse che governano il comportamento dei fluidi in movimento.
La scienza dipinta: la scoperta
Esaminando immagini digitali ad alta risoluzione del dipinto, gli studiosi hanno misurato e analizzato forma e dimensione delle pennellate in 14 vortici del cielo. Oltretutto, hanno anche esaminato la luminosità dei colori di ogni singola pennellata. La scoperta è stata sorprendente: si è dimostrato che l’opera di van Gogh rispecchia la legge di Kolmogorov e la scala di Batchelor; è come se l’artista fosse riuscito a dipingere il cielo come se fosse un fluido in movimento, cogliendo il trasferimento di energia cinetica dai grandi flussi atmosferici a quelli più piccoli. L’artista olandese ha quindi dipinto la scienza intuendo un fenomeno naturale come quello della turbolenza che, ancora oggi, risulta complesso.
Il coordinatore dello studio Yongxiang Huang – come riportato dall’ANSA – ha confermato che lo studio, appunto, “rivela una comprensione profonda e intuitiva dei fenomeni naturali” e, in seguito, ha aggiunto:
“La rappresentazione precisa della turbolenza di Van Gogh potrebbe derivare dallo studio del movimento delle nuvole e dell’atmosfera o da un innato senso di come catturare il dinamismo del cielo”.
Seguici su Google News