La pittura giapponese nel periodo Edo, forse la più conosciuta ed apprezzata in occidente. Ma la storia della cultura e dell’arte del Giappone è il frutto dell’alternarsi di periodi di isolamento a momenti di apertura verso il mondo esterno. La posizione geografica del Giappone ha influito molto sullo sviluppo della storia del paese e di conseguenza sulla sua arte. Il quadro cronologico della storia dell’arte giapponese è più complesso di quanto si possa pensare ed è scandito, convenzionalmente, in base al susseguirsi dei sovrani che hanno regnato sull’isola. Il periodo di cui parleremo per la Rubrica Arte di questa settimana è appunto il cosiddetto “Periodo Edo” e del suo più famoso esponente: Hokusai.
Il Periodo Edo della pittura o periodo “Tokugawa”
Il Periodo Edo, anche chiamato periodo “Tokugawa” è un lungo periodo cronologico che va dal 1615 al 1868 circa. Edo (l’attuale Tokyo) è il nome della sede del nuovo potere. Periodo particolare per il Giappone che veniva fuori, storicamente parlando, da un lungo periodo di pace che vide l’ascesa della classe borghese e la fine dei “samurai”. Inizia così un periodo di dittatura che impone all’isola l’isolamento dal resto del mondo, proibendo addirittura ai giapponesi di uscire dall’isola per recarsi all’estero. Nonostante questa situazione opprimente, si assiste ad un periodo di inedito sviluppo artistico.
Nascono diverse scuole pittoriche e il periodo vide il proliferare di diverse correnti che si aggiunsero a quelle che si erano già sviluppate in epoche precedenti. I temi tradizionali furono quelli più diffusi, almeno in un primo periodo, e nonostante la chiusura e l’interruzione dei rapporti con l’esterno, l’influenza della vicina Cina è ben presente. Libri illustrati, incisioni e strumenti ottici europei vennero studiati dagli artisti che iniziarono ad introdurre nelle loro opere elementi del realismo occidentale.
Dai paesaggi agli svaghi dei ricchi
Degni di nota per la Pittura giapponese del periodo Edo, sono Maruyama Okyo e il suo “Pini sotto la neve” che rappresenta un tema spiccatamente tradizionale ma reso in modo “occidentale” per quanto riguarda lo scorcio prescelto per la composizione. Un altro importante artista del periodo è stato Ito Jakuchu, “l’eccentrico”. Realizzò opere non convenzionali, capovolgendo in alcuni casi i canoni della pittura giapponese. Originale nelle composizioni, un esempio del suo estro è “Animali e Piante”.
Un paravento dipinto con una miriade di colori e tessere che lascia un effetto finale a metà tra mosaico e pointillisme. Alcuni artisti del periodo si specializzarono nel raffigurare i protagonisti dei “quartieri del divertimento”. Ecco che gli artisti cominciano a produrre composizioni che descrivono la realtà della classe agiata che in questi “divertimenti” trovava il modo di distaccarsi dalla realtà. Uno dei migliori è Hishikawa Moronobu. La sua splendida “Scene in una sala da tè” ci mostra proprio “l’Ukiyo-e”, le immagini del mondo fluttuante.
Katsushika Hokusai, il pittore Edo più famoso in Occidente
Quando in occidente si nomina Katsushika Hokusai, la prima cosa a cui si pensa è sicuramente “la grande onda”. Celebre quadro del pittore che fa parte della raccolta “trentasei vedute del monte Fuji”. Il suo più famoso quadro però, forse non rende giustizia al più celebre pittore del periodo Edo.
“Dall’età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dal mezzo centinaio in poi ho pubblicato molti disegni, però tra quello che ho raffigurato in questi settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatre ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se potessi esprimere un desiderio prego quelli tra Lor Signori che godranno di lunga vita di verificare se quanto affermo non sarà veritiero”.
Questo scriveva di sé Hokusai, “il vecchio pazzo della pittura”, come si definiva lui stesso. La sua carriera fu lunga e prolifica, durò quasi 70 anni. Fu il maestro della pittura che ebbe una produzione artistica quasi sterminata: dipinti, disegni, stampe, libri illustrati. Non abbandonò praticamente mai il pennello da quando lo impugnò la prima volta da ragazzo. Nasce nel 1760 e da piccolo inizia ad appassionarsi all’arte lavorando in una bottega di incisori. Non è certo sapere chi fossero i suoi veri genitori. Crebbe dedicando la sua vita all’arte e alla sperimentazione. Attraversa vari periodi artistici che vedono, oltre al cambio nome (pratica diffusa tra gli artisti giapponesi) anche il susseguirsi di diversi stili.
Pittura giapponese del periodo Edo, una figlia come erede
Tantissimi i soggetti che dipinge. Dai paesaggi ricchi di particolari, alle scene erotiche esplicite ma eleganti, agli animali che come caratteristica principale hanno degli occhi con espressione umana, solo per citarne alcuni. Forse pochissimi sapranno che l’artista aveva una figlia. Amatissima, alla quale il padre trasmette l’amore per la pittura. Katsushika Ōi è stata una grande pittrice giapponese del tardo periodo Edo, esponente anche lei dello stile ukiyo-e. Come il padre, fu un’artista prolifica, e raggiunse anche una certa notorietà fra gli artisti del suo tempo.
Ilaria Festa