La procura di Roma ha respinto l’istanza di riapertura dell’indagine sull’omicidio del regista e scrittore Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre del 1975 all’Idroscalo di Ostia, che era stata depositata nel marzo scorso. Nell’atto si chiedeva di accertare a chi appartenessero i tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine. 

Quarantotto anni dopo è ormai acclarato che la notte del 1° novembre 1975 all’idroscalo di Ostia Pelosi non era solo: ora lo affermano i tre profili ematici «di ignoti» rilevati dal Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri sugli abiti indossati quella notte da Pasolini e sopra a un plantare né dello scrittore né di Pelosi ma di “G.M.” (Giuseppe Mastini?). Alla “prova scientifica” si affiancano le testimonianze di coloro che, dalle baracche lì intorno, quella notte hanno potuto sentire e, per quanto possibile, vedere. Buon ultimo, che erano in tanti lo ha tardivamente ammesso lo stesso Pelosi.

Altro che “lezione al frocio”: fu un omicidio premeditato. Secondo una informativa del Nucleo investigativo dei carabinieri (5 giugno 2011) «gli aggressori» si osservi l’uso del plurale «hanno voluto uccidere deliberatamente Pier Paolo Pasolini poiché le tracce dell’automobile rilevate sul terreno evidenziano inequivocabilmente che il conducente ha puntato il corpo del regista agonizzante a terra accelerando fin dall’inizio della corsa come a voler impattare il corpo dell’uomo al massimo della velocità e della potenza».

La procura di Roma respinge la riapertura dell’indagine sull’omicidio di Pasolini

La richiesta di riapertura degli accertamenti era stata avanzata dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco, dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti e dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio.

Pier Paolo Pasolini - Ph credits https://www.nuovairpinia.it/2022/04/02/pier-paolo-pasolini-ad-avellino-il-ricordo-di-un-intellettuale/
Pier Paolo Pasolini – Ph credits https://www.nuovairpinia.it/2022/04/02/pier-paolo-pasolini-ad-avellino-il-ricordo-di-un-intellettuale/

Nel provvedimento con cui viene rigettata l’istanza il pm Francesco Minisci afferma che gli spunti “valutati alla luce delle imponenti attività svolte” nel vecchio procedimento “non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini”.

Per la Procura capitolina si tratta di elementi “aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti non focalizzati sull’omicidio ma riguardanti episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, aventi ad oggetto profili già presenti nell’atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione” e “riferiti ad un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo, che non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall’Ufficio e valutate dal gip di Roma), tanto da condurre alla prosecuzione delle indagini”.

“Prendiamo atto con malcelata amarezza della decisione presa dalla procura di rinunciare all’accertamento delle effettive responsabilità per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. E’ una sconfitta per tutti coloro che credono che il nostro Stato debba arrivare a garantire Giustizia soprattutto in questa vicenda”, ha commentato l’avvocato Maccioni.