La resa di Cesare Battisti

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Cesare Battisti è giunto nel carcere di Oristano, spaesato e provato dalle ultime ore. Avrebbe mostrato segni di cedimento, appaiono ormai lontani i tempi dei sorrisi beffardi ai cronisti.

(Foto dal web)

Ieri Battisti ha avuto il suo primo colloquio con l’Avvocato
Davide Steccanella. Già legale di Renato Vallanzasca e di Mario Ferrandi (ex Prima Linea), nonchè di star dello spettacolo come Simona Ventura e Michelle Hunzinker. Il “Principe” del foro milanese non conosceva ancora il suo assistito, pertanto rimanda il suo giudizio umano e si limita a constatare la stanchezza di Battisti.


“Mi dite in quale parte del mondo mi trovo? Ormai è tutto finito, ho 64 anni, sono malato, sono cambiato”

Così l’ex terrorista si è rivolto al direttore del carcere sardo, un cambio di atteggiamento sbalorditivo se consideriamo l’arroganza che ha ostentato il Battisti durante i 38 anni di Latitanza. Intanto si iniziano ad accendere i riflettori sul tema dei latitanti. Per quanto sia una buona notizia, l’arresto di Battisti non è altro che la punta dell’iceberg. Il rapinatore di Cisterna di Latina, successivamente “radicalizzato” in carcere, non è che un piccolo puntino nella galassia dell’eversione di quegli anni. Senza nulla togliere all’eccellente operato delle forze di intelligence italiane, il tema resta politico.

La parata a Ciampino, ha chiarito in modo indelebile la valenza mediatica del caso Battisti. Parlando però di cose serie, 27 sono i latitanti italiani legati al terrorismo nostrano. Una decina si trovano in Francia, gli altri sparsi tra Nicaragua, Honduras, Giappone e Gran Bretagna. Tra questi vi sono personaggi che si presume siano coinvolti nel sequestro di Aldo Moro e con la strage di Bologna.

Profili ben più pericolosi di Cesare Battisti, criminale comune “prestato” al terrorismo per qualche tempo. Ovviamente era giusto riportarlo in Italia per fargli scontare gli ergastoli a cui è stato condannato. Ed è altrettanto giusto che i parenti delle vittime esultino, appare però leggermente ridicolo come questa cattura venga vista come una sorta di rivincita dello stato rispetto ad una stagione (quella degli anni di piombo) che ancora presenta molte zona d’ombra. Può essere considerata un inizio, questo si. La Francia si dice pronta a riconsiderare la sua posizione rispetto ai latitanti italiani residenti “oltralpe”.

Un passo che sarebbe di grande rottura con la cosiddetta “Dottrina Mitterand”. La stagione del terrorismo è finita da circa quarant’anni. Questo non vuol dire che non sia auspicabile l’estradizione di alcuni “protagonisti” di quegli anni. Non tanto per vendetta o di un becero giustizialismo che tanto piace a chi indossa divise cucite su misura per l’occasione, quanto per la necessità di fare luce su alcuni eventi che hanno segnato la storia recente del nostro paese.