Benvenuti nell’universo narrativo di Storyline. La terza puntata natalizia di Storyline intitolata “La rosa di Natale” è ispirata ad un antica leggenda ambientata in terra santa intorno alla nascita di Cristo. Noi l’abbiamo rivisitata attualizzando questo racconto natalizio.
La pioggia iniziò a bagnargli il viso insieme alle lacrime quando si accorse di essere rimasta sola. Litah notò che suo fratello Ben non dormiva più rumorosamente al suo fianco e che tutti si erano alzati frettolosamente lasciandola avvolta in una coperta in quello che restava del campo della scorse notte. Si apprestavano tutti a viaggiare verso il nuovo punto di raduno. Litah si si voltò dall’altra parte e vide che l’unica compagnia rimasta era una rosa di Natale che lentamente fioriva. Cercò anche Ben ma era già andato via con gli altri. Raccolse la bellissima rosa e s’incamminò verso la frontiera con l’Europa che era ormai vicina
La rosa di Natale, in viaggio verso l’Europa
Qualche secondo dopo era con Ben. Nella mente aveva ancora qualche lacrima e quella rosa di Natale colta appena sveglia. Litah si era improvvisamente ricordata della promessa fatta alla madre, prima di separarsi, di stare accanto al fratello. “Dovete essere una persona sola”, aveva detto quest’ultima prima di separarsi dai figli dopo che aveva deciso di restare in Siria non avendo soldi per pagare il viaggio a tutti. Ben ora era il faro di Litah contro le avversità come quella volta che uno sconosciuto gli aveva messo gli occhi addosso nonostante fosse ancora una bambina. Ben lo aveva allontanato mentre erano scappati tra la neve di un dicembre inoltrato.
Anche quella mattina faceva molto freddo tra i boschi bielorussi. Litah aveva notato che per una cittadina dove erano passati tirava aria di festa. Aveva sentito di racconti al campo profughi in Sira secondo cui i cristiani il 25 dicembre festeggiavano la nascita del loro Salvatore Gesù. Secondo il vecchio orologio del fratello oggi era il 23 dicembre. Litah pensò che in due giorni forse avrebbero attraversato la frontiera e festeggiato anche loro in Polonia. Per questo si affrettò gioiosamente ad unirsi al fratello ed ad andare al nuovo campo. Si fermarono al tramonto in una fredda foresta dove dormirono all’aperto.
Oltre il filo spinato
Da dove erano accampati si scorgeva il filo spinato che chiudeva l’accesso in Polonia con i presidi della polizia. Litah si domandò come mai non li facessero passare e li condannassero a marcire al freddo in condizioni disumane. La piccola donna non si era però arresa pensando alla meta del loro viaggio. Dovevano infatti raggiungere uno zio barbiere in Francia che si sarebbe preso cura di loro ma il filo spinato gli impediva di andare avanti. A questo si aggiunse il fatto che suo fratello Ben fosse svenuto improvvisamente per la debolezza.
Ben infatti durante il viaggio, senza farlo notare a lei, aveva dato la maggior parte delle poche razioni che avevano a Litah. “Prometti che arriverai da zio Aziz”, le aveva detto avvolto in una coperta in quel terribile freddo del 24 dicembre. Poi qualche secondo dopo Ben si addormentò per sempre lasciando Litah da sola. La piccola pianse amaramente cercando aiuto ma erano tutti sordamente rivolti verso la frontiera. Allora Litah corse disperatamente tra i boschi finchè non notò una piccola chiesa fuori da un villaggio.
Epilogo
Entrò per cercare qualcuno a cui chiedere aiuto. Vide un piccolo presepe e si ricordò della nascita attesa. Non aveva niente da regalare al bambino poi pensò alla rosa di Natale che aveva nello zaino. La depose ai suoi piedi e disse: “Forse tu puoi aiutarmi”. Pochi secondi dopo comparve un vecchio prete. Il giorno seguente avevano seppellito Ben prima di tornare indietro. Litah quella mattina di Natale avrebbe anche festeggiato perchè il vecchio prete aveva contattato lo zio che aveva fatto richiesta di asilo politico in Francia. Litah aveva mantenuto la promessa fatta a Ben.
Stefano Delle Cave