La Russia preferisce non parlare dell’incidente nucleare di Giovedí scorso, ma pian piano la verità sta venendo a galla.

Cosa sappiamo dell’accaduto

Giovedì 8 agosto, in una base militare russa a Nyonoksa nella regione di Arkhangelsk, nel nord della Russia, sulle coste del Mar Bianco é avvenuta un’esplosione che, come dichiara l’agenzia russa per l’energia nucleare Rosatom, è stata registrata durante il test di “una fonte isotopica di energia per il motore di un missile a propellente liquido“. Le conseguenze sono state tragiche se si pensa che sono morti ben 5 addetti ai lavori.

L’esplosione del missile.
Fonte: Greenreport

Ma non basta, l’esplosione ha generato un picco nel livello di radioattività, tanto da essere rilevata dalle stazioni di monitoraggio del CTBTO di Vienna che confermano “che un evento coincidente con l’esplosione dell’8 agosto a Nyonoska è stato registrato da 4 nostre stazioni di rievamento: tre stazioni di rilevamento sismico e una infrasound che registra le onde ultrabasse non udibili all’orecchio umano che si difondono in caso di forti esplosioni”. Una tale esplosione riporta la mente indietro nei ricordi, uno dei più brutti, quello del disastro di Chernobyl.

Russia, cosa non vuole che si sappia?

Solo il giorno dopo dell’incidente, il Ministero della Difesa ha reso ufficiale l’esplosione senza, tuttavia, specificare l’utilizzo dell’energia nucleare. Inoltre, è stata diffusa la notizia di due persone rimaste vittime dell’accaduto e di sei feriti (di cui tre sono successivamente morti). Tuttavia, non si conoscono le identità nè il luogo in cui sono ricoverati. Il tutto fa pensare che i russi stessero testando il missile da crociera Burevestnik, voluto dal presidente Vladimir Putin, l’anno scorso, proprio per contrastare gli Usa.