Musica

La Scelta & Il Coffee Records Studio

La Scelta, composta da Mattia Del Forno (voce, keyboards, piano), Emiliano Mangia (chitarre), Francesco Caprara (batteria), Marco Pistone (basso), è molto più di una band: è una famiglia. Nella loro non indifferente carriera cantautorale, hanno collezionato un secondo posto nella categoria giovani al Festival di Sanremo nel 2008 con il brano Il nostro tempo, col quale si aggiudicarono anche il premio AFI; collaborano da sempre con Ron che hanno accompagnato in tour in più di 100 concerti.

Nel 2019 hanno sperimentato il connubio musica e cinema con Ho guardato il cielo, in collaborazione con Mirko Frezza, che ne ha diretto il video clip con un cast d’eccezione con Marco Giallini e Claudia Gerini tra i tanti. A giugno hanno pubblicato Ballad e il 2 ottobre Ultimo Tango, il nuovo singolo che ci introduce a questo loro progetto, questo nuovo percorso che saprà stupire per la raffinatezza e l’eleganza che li contraddistingue. Quello che li rende assolutamente unici è il loro essere nitidi e veraci in una connessione tra la loro musica e il loro essere, che non lascia indifferenti. In quasi sedici anni hanno consolidato una filosofia artistica e di vita che gli fa onore, in un mondo che cambia in fretta, dove si diventa mercenari di mode e modi, loro sembrano essere “fuori dal tempo” e portano avanti con fierezza i loro ideali.

La scelta band
La Scelta – Ph. Ufficio Stampa

La vostra musica è contaminata da sonorità e strumenti del mondo, con un’apertura verso altre culture che denota una speciale sensibilità. Da cosa deriva questa vostra particolare attitudine?

Ci piace guardare all’umanità tutta e non a una realtà circoscritta, siamo sognatori, aperti al mondo e alle culture. Roma è multietnica e ci ispira tantissimo, al punto che ogni canzone può essere musica universale. Veniamo dalla periferia, con spalle famiglie solide che ci hanno trasmesso grandi valori, ma viviamo in realtà difficili. Non facciamo politica, ma viviamo la quotidianità che è fatta, di multi cultura e che per noi  è  linfa vitale. Ci piace pensare che la nostra musica possa dialogare con tutti e, in uno scambio reciproco, mutuare da mondi diversi, sonorità nuove. In Ultimo Tango, il Bandoneon suonato da Javier Salnisky lo veste di nostalgia, trascinandoci in un mondo apparentemente lontano e che invece ci appartiene.

Il cuore de La Scelta, batte in una fattoria dell’800 che è diventata sede del Coffee Records Studio dove confluiscono tutte le vostre energie creative. Mattia, raccontaci di questo luogo magico…

Il nostro punto di riferimento è una vecchia fattoria dell’800, appartenuta al nonno di Francesco, nel cuore di Roma. In questo luogo magico ricco di storia, abbiamo trasformato la vecchia stalla nel nostro studio. Lì prendono vita le nostre produzioni, la nostra musica. Da questa “casa” dove nascono canzoni, apriamo finestre ideali sul mondo, lasciando che sonorità diverse contaminino i nostri brani. E’ un’oasi immersa nel verde di alberi secolari e da frutto, che scandiscono il passare delle stagioni dove lavoriamo insieme ancora alla vecchia maniera lasciando entrare venti e profumi che arrivano da lontano.

La Scelta – Ultimo Tango – Videoclip ufficiale

In questo mondo che va veloce, voi lavorate giorni e notti, senza fretta. Quanto è importante per voi, avere questa “casa” che sembra essere fuori dal tempo, eppure è al centro del raccordo anulare di Roma?

Ogni band ha il suo posto, questa vecchia fattoria è diventata il nostro ed ha un ruolo importantissimo, perché è qui che nasce la nostra musica. Ci veniamo il più possibile a lavorare ma anche a godere di qualche momento di relax, il nostro studio si chiama, non a caso, Coffee Studio. Proprio in questi giorni stiamo lavorando al suo ampliamento, per renderlo sempre di più il punto di riferimento per chi vuole fare musica. In fondo al vialetto – dice Francesco- c’è casa mia; io sono nato e cresciuto qui ed è bellissimo poterci lavorare e condividere la magia di questo luogo con la band. Ogni sera mio padre, terminato il lavoro, passa di qui a vedere cosa si fa, a dare una mano o semplicemente ad ascoltarci suonare.

La Coffee Records, è un vero villaggio della musica, dove non solo lavora La Scelta, ma confluiscono artisti che sono prodotti da voi. Un laboratorio, una famiglia artistica dove collaborano fratelli, padri, amici. Dove è nata quest’idea?

La Coffee Records nasce da un’idea mia e di Francesco che ne siamo responsabili. Il bello è che siamo come vasi comunicanti e anche quando lavoriamo a progetti diversi, in qualche modo poi, riusciamo a condividere e a lavorare di squadra. Un vero team di lavoro dove c’è mio fratello Ciccio che è il tecnico del suono e una squadra larga composta anche da tanti amici. Qui cerchiamo di fare un lavoro di qualità come in una vera bottega artigianale, dove all’occorrenza, danno una mano amici e parenti. Insomma una vera comunità, una famiglia. Questo posto nel limite del possibile è ecosostenibile, infatti, facciamo attenzione a riciclare il materiale che abbiamo, un valore aggiunto al quale siamo stati educati e nel quale crediamo fortemente.

La scelta e il Coffee Records Studio

Mattia la vostra è una musica “artigianale” che nasce grazie al lavoro e la fatica. Avete una carriera cantautorale degna di nota e collaborazioni eccellenti con artisti della portata di Ron. Una musica che non si è mai piegata a modi e mode dettate dal mercato, rimanendo fedele alla propria essenza. Quanto è difficile oggi rimanere “liberi”?

Ci hanno tacciato spesso di essere ottimi musicisti ma pessimi venditori di noi stessi. Non abbiamo mai puntato granché allo stile, o a quello che va di moda. Trucco e trucchi, non fanno parte di noi. Siamo esattamente quello che si vede, allo stato puro. Questa è la nostra libertà che certamente c’è costata qualcosa, ma ci ripaga potendo essere fedeli a noi stessi e alla nostra musica che cresce e si evolve. Ci siamo messi insieme che eravamo degli sbarbatelli di vent’anni e ancora oggi costruiamo il nostro sogno.

Il nostro è un lavoro come tanti altri, fatto di sacrifici e fatica che abbiamo imparato dalle nostre famiglie. Ricordo come se fosse ieri, quando ero in terza media, nonostante mio papà fosse in cassa integrazione e mia mamma fosse insegnante e non di ruolo, la gioia provata per aver avuto come regalo una tastierina che desideravo da tempo. Un dono prezioso per me, che avevo due fratelli e di certo non si navigava nell’oro… radici forti che ancora oggi sostengono il mio mestiere.

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