«Non mi sento mai così definitivamente donna, una bella donna, come quando indosso una sciarpa di seta» diceva Audrey Hepburn. Indossare la sciarpa, oggi come ieri, è questione di stile. Ripara dal freddo e dona un tocco di classe (e di colore) contribuendo ad arricchire qualsiasi look.
Impossibile non pensare al personaggio di Rebecca Bloomwood (Isla Lang Fisher) in I love shopping (2009), la misteriosa “ragazza dalla sciarpa verde“: «Il punto è che questa sciarpa potrebbe diventare un tratto distintivo della tua essenza». Per un look a tinta unita, ad esempio, è il miglior modo per spezzare l’eccessiva uniformità.
Modelli e tessuti diversi

Esistono sciarpe rettangolari, quadrate e persino triangolari. Dalle estremità semplici o frangiate. Sciarpe aperte e sciarpe chiuse (dette anche “ad anello”, con le estremità unite), spesso dotate di cappuccio o di asola. Sciarpe in tessuto pesante e sciarpe in tessuto leggero: in cashmere, in cotone, in lino, in seta, in viscosa, in fibra sintetica. Sciarpe a tinta unita o con fantasie e trame variegate. Adatte al look casual tanto quanto a quello elegante, un must have di tutte le stagioni.
Indossare la sciarpa, i modi non convenzionali
Ci siamo tutti trovati, almeno una volta, a pensare di esserci stufati di indossare la sciarpa sempre allo stesso modo. La modalità “convenzionale” consiste perlopiù nel farla girare una sola volta intorno al collo e far cadere le estremità sul davanti, allargando poi leggermente il nodo. O perché no, poggiarla sul collo lasciando cadere i lembi liberamente in avanti. E se volessimo cambiare? Ecco alcune semplici varianti da sperimentare:
- Il nodo a cascata
Consigliato per le sciarpe oversize (o comunque sciarpe lunghe, ampie o a trama grossa), il nodo a cascata consiste nel far girare un paio di volte la sciarpa intorno al collo, prendere l’angolo di un’estremità e infilarlo sotto il lato opposto, assicurandosi che la porzione di sciarpa al centro cada in modo “morbido”.
Un’alternativa è la “doppia cascata“, ossia portare non una, ma entrambe le estremità al lato opposto nascondendole o addirittura allacciandole dietro il collo con un piccolo nodo: l’effetto sarà più o meno quello di una sciarpa chiusa.
- Il nodo parigino (o alla francese)
In questo caso iniziamo piegando la sciarpa in due, nel senso della lunghezza, con le estremità che pendono entrambe dallo stesso lato. Poggiamo la sciarpa sulla parte posteriore del collo e infiliamo le due estremità all’interno dell’anello formato sul lato opposto. Allentiamo o stringiamo a nostro piacimento.
Variante: anziché inserire nell’anello entrambi i lembi, ne inseriamo uno solo. Dopodiché annodiamo le due estremità.
- Il nodo celebrity
Partiamo con l’annodare la sciarpa due volte intorno al collo. Successivamente prediamo l’estremità destra e la facciamo passare attraverso i due anelli attorno al collo. Ripetiamo la stessa cosa con l’estremità sinistra e infine uniamo i due lembi con un mezzo nodo sciolto.
- Il nodo a incrocio
Questa modalità funziona se la sciarpa rimane sotto il cappotto: poniamo attorno al collo la sciarpa e posizioniamo i due lembi uno sopra l’altro dentro il cappotto facendoli sovrapporre, in modo che grazie alla chiusura del cappotto rimangano fermi.
Al contrario, spesso si usa uno stile drappeggiato con giacca o blazer, tirando i revers verso l’alto e ponendo i lembi della sciarpa sotto di essi ad altezza simmetrica.
- Il falso nodo
Una soluzione veloce e particolare: dopo aver poggiato la sciarpa al collo, eseguiamo un nodo su un lembo solo senza stringerlo troppo. La fase successiva (e finale) consiste nel far passare dentro quel nodo l’altro lembo.
Per indossare una sciarpa, ovviamente, non bisogna per forza annodarla. Ad esempio, la si può porre sulle spalle come fosse una “coperta”, allo stesso modo di uno scialle (la cui caratteristica è il taglio triangolare, talvolta ricamato e con frange), spostando magari un’estremità sulla spalla opposta. O ancora pensiamo alle stole: porzioni rettangolari di tessuto leggero per completare abiti più eleganti, poggiate sulle spalle e lasciate cadere sulle braccia lasciandole in parte scoperte.
Il foulard, classico d’eleganza
Torniamo a Audrey Hepburn, per un classico di cui è diventata icona soprattutto in film come Vacanze romane (1953) o Colazione da Tiffany (1961). Nella sua leggerezza e versatilità, il foulard rimane sempre un tocco di classe.
Il modo più gettonato è quello di indossarlo sul collo, in particolare abbinato con camicia a colletto slacciato. Lo si piega in diagonale (a creare un triangolo), poi a partire dalla parte più stretta si realizzano altre pieghe fino a ottenere una striscia sottile. Lo si pone attorno al collo con un nodo a piacere.
Altra modalità è il foulard ripiegato a cravatta: un’estremità deve essere poco più lunga dell’altra, per permettergli di passare sopra e sotto quella più corta, poi davanti e poi ancora sotto, poi verso l’alto e infine attraverso l’anello. Tiriamo infine lo stesso lembo più lungo verso il basso, attraversando l’anello, per infine far scorrere il nodo verso l’alto.
Lo si può mettere persino in testa, piegandolo a triangolo in diagonale e poggiandolo sul capo, per poi annodarlo sotto il mento; oppure effettuando (dopo il triangolo) diverse pieghe per sistemare la striscia di stoffa ottenuta come se si indossasse una fascia, legandola dietro le orecchie e nascondendo il nodo sotto la chioma dei capelli.
«Io non posso più dormire, ma tu hai la mia sciarpa azzurra, ti aiuta a portare i tuoi sogni? Scrivimi!»
– Sibilla Aleramo in una lettera a Dino Campana del 6 Agosto 1916
Ginevra Alibrio
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