Ad annunciare la scoperta in Israele della terza mutazione del Covid è stato Salman Zarka, capo del comitato governativo di lotta al virus, e ha anche aggiunto che il soggetto infettato da Omicron 3 sarebbe, ad oggi, l’unico caso confermato in territorio nazionale di paziente contagiato dalla subvariante incriminata.

Le informazioni su Omicron 3, che è un incrocio delle subvarianti BA.1 e BA.2, sono al momento, ha evidenziato Zarka, ancora insufficienti per delineare il profilo di aggressisvità della mutazione in questione. Omicron 3, hanno quindi ricordato i media israeliani, era stata messa sotto osservazione dall’Organizzazione mondiale della Sanità già a gennaio, quando descrizioni della nuova subvariante erano state diffuse dagli scienziati sudafricani.

La scoperta di Omicron 3 in Israele potrebbe cambiare il cronoprogramma delle riaperture immaginato dal governo Bennett. Il condizionale però è d’obbligo perché allo stato attuale non ci sono evidenze in questo senso. Nello Stato ebraico si sta da giorni sì registrando un aumento delle infezioni ma la causa è la già conosciuta Omicron 2. Per questo le autorità di Gerusalemme hanno appena deciso di rinviare di un mese ogni ulteriore allentamento delle limitazioni anti-contagio. Allo stesso tempo, l’esecutivo sta mettendo a punto una nuova campagna di vaccinazione, per iniettare la quarta dose a tutti gli ultrasessantenni.