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Settembre 16, 2024, lunedì

L’amicizia raccontata nell’arte dei grandi pittori da Botticelli a Picasso

L’amicizia è un sentimento sinonimo di affinità e fratellanza che contorna e arricchisce la nostra vita con molteplici persone diverse. La troviamo a tal proposito, come fonte di ispirazione, in molti libri, scritti e anche quadri. La sua rappresentazione fa capolino nell’arte già dal 1500 e diventa così protagonista della storia dell’arte. L’amicizia nei dipinti  attraversa epoche e correnti diverse. Sono molti gli artisti che hanno omaggiato l’unicità dell’amicizia, trasponendola sulla tela. La ritroviamo nella Primavera di Botticelli, La danza di Matisse, nell’Amicizia di Picasso e in molti altri.

La Primavera di Botticelli esprime l’amicizia nell’arte del pittore fiorentino

L'amicizia nell'arte di Botticelli
La Primavera di Botticelli, l’amicizia nell’arte

L’amicizia è uno dei temi protagonisti della Primavera di Botticelli.  La Primavera, una delle opere più famose del Rinascimento, è simbolo della mitologia classica, che ci descrive antichi miti e dei, narrandoci le loro imprese. Il quadro è dipinto nel 1478 per la tenuta di Pierfrancesco de Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico. Ritrae nove personaggi, immersi in una radura contornata da alberi d’arancio. Sulla sinistra della tela ritroviamo tre figure femminili che danzano tenendosi per mano. Risulta chiaro il riferimento alle Tre Grazie, che simboleggiano il valore dell’amicizia. Le tre dee della bellezza e della grazia sono raffigurate mentre danzano, in un’atmosfera di fluidità dei corpi, dove il corpo stesso sembra non avere un peso e i personaggi risultano come sospesi.

Questo è espresso nel dipinto con una minima illusione prospettica e il fondo del quadro non ha profondità. Le Tre Grazie sono riprodotte come portatrici di serenità e gioia per gli esseri umani. Nel quadro troviamo la Venere in posizione centrale che invita Lorenzo di Pierfrancesco a sceglierla. Assonanza riconducibile a Paride nell’Asino d’oro. Sulla destra si trova Zefiro, che personifica il vento della primavera, che insegue Flora, figlia di Zeus. Cupido è intento a scagliare una freccia infuocata nella direzione delle Tre Grazie. Infine è rappresentato Mercurio all’estrema sinistra, intento ad allontanare le nubi col caducèo.

La danza di Matisse, l’opera tripartita tra cielo e terra

La danza di Matisse è una delle più grandi opere espressioniste mai create. Ci trasmette un’immagine di felicità e spensieratezza. Sono ritratti cinque personaggi, intenti a danzare mano nella mano in cerchio, con fare compiaciuto. Le cinque figure danzanti sono intenti con le braccia ad afferrarsi l’un l’altro e a muoversi in cerchio, coordinandosi. I loro corpi esprimono il movimento in rotazione, dando grande movimento al quadro. L’opera si dice tripartita in quanto oltre che i soggetti intenti nella danza, sono messi in risalto il cielo e la terra. Matisse dipinge con un colore rosso-marrone gli stanti e utilizza il blu per il cielo e il verde per il prato.Il quadro è bidimensionale, per mettere in risalto le tinte molto forti utilizzate dal pittore.

Sono usati per la tela soprattutto colori complementari e vivaci, senza l’utilizzo del chiaroscuro. Le pennellate dell’autore danno dinamismo all’opera ed è rappresentata in toto la felicità e la gioia di vivere al tempo di musica. I ballerini danzano nudi e proprio la nudità vuole trasmettere un ritorno alla natura. Nel 1909 Sergej Ščukin, mercante e collezionista russo,  commissionò a  Henri Matisse La danza. Ščukin richiedette a Matisse di dipingere due grandi tele. Queste ultime avrebbero dovuto rappresentare la danza e la musica. Matisse infatti realizza due dipinti che sono successivamente esposti a Parigi l’anno seguente.

Picasso dipinge Amicizia ispirato all’arte africana

L'amicizia nell'arte di Picasso
Amicizia di Pablo Picasso

Nel 1908 Picasso dipinge “Amicizia“, che si ispira al suo periodo africano e alla sua fase cubista. Il dipinto, com’era nella natura del pittore spagnolo, è piuttosto enigmatico e può avere diverse interpretazioni. Sono disegnati due personaggi, un uomo e una donna appoggiati uno all’altra, che possono sembrare in  meditazione. L’autore sul quadro intervenne con queste parole :

“Queste due figure sono esistite, ma non esistono più. Per me non sono più due figure, ma forme e colori. La loro vista mi ha dato un’emozione, all’inizio. Un po’ alla volta la loro reale presenza è diventata per me indistinta, loro sono diventati finzione, e poi sono scomparsi o, piuttosto, si sono trasformati in problemi di tutti i tipi. Per me non sono più due figure, ma forme e colori”.

Pablo Picasso

Poco tempo prima  aveva dipinto Les demoiselles d’Avignon,  che era anch’esso ispirato all’arte africana dopo la sua visita al Palazzo del Trocadéro nel 1907. Per anni i quadri dell’artista sono influenzati dal tribalismo. Picasso in questi anni realizza l’ Amicizia, conservato all’Hermitage. Con questa frase il pittore voleva spiegare in che modo gli altri lo avevano influenzato per la realizzazione del quadro e che ora queste persone non avevano più importanza. Ciò che contava davvero era il risultato del quadro e ciò che esprimeva.

Sabrina Baiocco

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