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Settembre 14, 2024, sabato

Lamont Jacobs, chi è il padre di Marcell Jacobs: “Mi ha abbandonato da piccolo e non è stato semplice”

Il padre di Marcell Jacobs, oro olimpico nei 100 metri a Tokyo, è Lamont Jacobsex marine dell’esercito degli Stati Uniti. I due si separano presto: quando Marcell ha appena pochi mesi viene lasciato alle sole cure della madre trasferitasi sul lago di Garda, mentre Lamont vola in missione in Corea. La lunga assenza si fa sentire, e padre e figlio non si parlano per tanti anni. Poi un percorso di psicoterapia per recuperare il rapporto, e un sms prima della finale olimpica.

L’uomo più veloce del mondo, Marcell Jacobs, è nato il 26 settembre del 1994 a El Paso, in Texas. Ma ci ha vissuto poco. Non ha nemmeno avuto il tempo di imparare bene la lingua, perché nel giro di un anno si era già trasferito in Italia.

I suoi genitori, infatti, si erano spostati a El Paso per permettere al padre Lamont Jacobs di proseguire la carriera militare. Davanti a un ulteriore trasferimento, però, la mamma Viviana Masini decide di tornare in Italia, e mentre parte alla volta del Lago di Garda con il piccolo Marcell, Lamont fa rotta verso la Corea.

Lamont Jacobs, chi è il padre di Marcell Jacobs: il rapporto travagliato

Stasera in tv 16 agosto Marcell Jacobs agli Europei di Atletica Leggera

Gli anni passano e il rapporto tra padre e figlio subisce la distanza. “Non avevamo niente da dirci“, commenta il campione olimpico a proposito del genitori

Da adulti senior e junior si sono riavvicinati. I rapporti erano ormai distanti e conflittuali, e si faceva difficoltà perfino a comunicare, non avendo Marcell mai imparato bene l’inglese. Poi però l’atleta si mette nelle mani della mental coach Nicoletta Romanazzi, che, per aiutarlo a dare tutto se stesso sulla pista, lo porta indietro nel tempo ad affrontare il passato.

Non esistono segreti, ma fin da subito ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre, essendo lui stesso papà di tre bambini – ha commentato la mental coach -. Ha acquisito sicurezza in se stesso. Prima affrontava le gare con molta più ansia, mentre arrivare con la testa giusta fa tutta la differenza del mondo. Aveva nel suo potenziale certe prestazioni, doveva solo sbloccarsi“.

Anche Marcell Jacobs riconosce che grazie al riavvicinamento con il padre è riuscito a superare le prove a Tokyo con più serenità.“Sono nato in Texas, ma ci sono rimasto solo sei mesi perché poi mia madre e mio padre si sono separati e sono venuto in Italia e l’Italia è il mio Paese. Non l’ho più sentito fino a un anno fa, quando ho deciso di lavorare con una mental coach, Nicoletta Romanazzi. E lei mi ha detto che per correre forte avrei dovuto riallacciare un rapporto con il padre che non avevo conosciuto.Il riavvicinamento mi ha dato qualcosa in più che mi ha aiutato in questi giorni. Ma non l’ho mai visto, ci scriviamo e ci sentiamo“, ha raccontato.

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