Sono stati fermati, mentre stavano per fuggire, i tre rumeni che hanno compiuto la rapina e hanno ferito i due coniugi. “Ora non vedo l’ora di tornare a casa” ha dichiarato Carlo Martelli dall’ospedale.

“Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci il capo forse è un pugliese e gli altri sono dell’Est Europa”. Questa la testimonianza del commerciante Massimiliano Delle Vigne che ha illuminato gli investigatori per l’arresto dei tre romeni e l’identificazione del capobanda nell’indagine sulla rapina ai coniugi Carlo Martelli e Niva Bazzan. L’uomo, vittima della feroce aggressione nella sua villa a Santa Maria Imbaro, alle porte di Lanciano, nei mesi recedenti. Brutali analogie con l’assalto fatto a Carlo Martelli e sua moglie Niva Bazzan, mutilata all’orecchio destro (pestaggi e mutilazioni tra i precedenti della banda). Gli arrestati sono due fratelli e un cugino, di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

I tre banditi fermati oggi stavano tentando la fuga ed erano diretti in Romania. Un quarto sarebbe riuscito a fuggire. Avevano addosso circa 3.400 euro. La Golf nera sequestrata e bloccata dopo un inseguimento dei carabinieri è rimasta danneggiata sulla fiancata sinistra per un incidente occorso ai fuggitivi.

    

 

 

 

 

Dall’ospedale dove è ricoverato insieme alla moglie a cui hanno tagliato il lobo dell’orecchio, Carlo Martelli ha dichiarato: 

“La notizia mi rende più sereno e mi restituisce una maggiore tranquillità nel rientrare a casa. Adesso davvero non vedo l’ora”.  “Desidero recuperare al più presto la normalità della mia vita e la dimensione di riservatezza che l’ha sempre caratterizzata”.

Intanto il ministro Salvini con un tweet scrive:

 “Coniugi massacrati a Lanciano, in manette tre rumeni che stavano fuggendo con i soldi rubati. Grazie alle nostre Forze dell’Ordine, queste bestie devono marcire in galera! #tolleranzazero”.

L’indagine non è chiusa: si cerca un quarto uomo, italiano, presumibilmente il capobanda. Stando alla testimonianza di Domenico Iezzi, il 73enne commerciante a cui i banditi a marzo scorso hanno tagliato un dito con un coltello, il malvimente avrebbe accento pugliese. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Chieti e dal commissariato di Lanciano, nelle ultime ore affiancati dagli specialisti del servizio centrale operativo, sono partite proprio analizzando il metodo d’azione utilizzato dalla gang per quella rapina e per altre avvenute in zona.

Claudia Colabono