“L’appartamento”, il Capodanno per tornare ad essere umani

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Di Redazione Metropolitan

L’appartamento, diretto e sceneggiato da Billy Wilder nel 1960, è un film in bilico tra commedia amara e dramma ironico. Una storia di romanticismo e di umanità in cui l’interpretazione degli attori principali contribuisce a trasportare lo spettatore in un contesto di festeggiamenti natalizi all’insegna della solitudine morale e dell’alienazione sociale.

Dopo il noir Viale del tramonto, il delizioso Sabrina con Audrey Hepburn e i più piccanti Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo con Marilyn Monroe, Billy Wilder raggiunge il picco più alto della sua carriera da regista con L’appartamento. Un capolavoro di dolcezza e tristezza che condisce il periodo natalizio con salsa agrodolce e un messaggio di fondo che lascia lo spettatore divertito ma malinconico.

L’appartamento tra spumante e pillole

C.C. Baxter (Jack Lemmon) è un impiegato contabile in una grossa azienda la cui massima aspirazione è quella di ottenere la chiave del bagno dell’ufficio dei dirigenti al ventesimo piano. Presta il suo appartamento ai capi della compagnia di assicurazioni per cui lavora per le loro scappatelle, ottenendo in questo modo quella promozione che tanto desidera. È innamorato di Fran (Shirley MacLaine), ascensorista del suo ufficio, che però è l’amante del capo del personale Sheldrake (Fred MacMurray). Le cose si complicano la vigilia di Natale quando, tornando a casa dopo aver prestato l’appartamento a Sheldrake, trova una sorpresa ad aspettarlo.

Jack Lemmon interpreta il protagonista C.C. Baxter in "L'appartamento" - Photo Credits: Il Becco
Jack Lemmon interpreta il protagonista C.C. Baxter in “L’appartamento” – Photo Credits: Il Becco

Sei Baxter o Sheldrake?

C’è gente che piglia e gente che è presa. E anche sapendo di essere presi, non possono farci nulla”. Un’amara verità quella racchiusa in questa disillusa frase di Fran. Sia lei che Baxter sono di quelle persone che devono adattarsi a questa regola di sopravvivenza facendosi strada tra i piglioni, consapevoli di essere per loro nient’altro che pedine del gioco crudele che è la società. E come lei stessa dice, un po’ per inerzia un po’ per condiscendenza, continuano a fare scelte di vita sbagliate. Continuano ad affittare l’appartamento e lasciarsi buttare fuori dalla porta per una scappatella del dirigente di turno, condannandosi ad un raffreddore per aver aspettato su una panchina del parco nel freddo mese di dicembre. Continuano ad accettare inviti da un uomo sposato che inevitabilmente finiscono in un appartamento affittato per l’occasione, con false promesse di divorzio e lacrime sporche di mascara.

Perché è così che gira il mondo.” La gente si innamora delle persone sbagliate, le anime giuste si allontanano per incapacità di vedere che a tutti viene data l’opportunità di pigliare il comando della propria vita. Quella consapevolezza oscura la vista di chi è ormai abituato ad essere preso, convince che tutto ciò a cui si deve ambire è ciò a cui ambiscono gli altri, i piglioni. Il ventesimo piano del palazzo aziendale, un proprio ufficio con segretaria con cui eventualmente tradire la moglie, la gestione di tante teste chine su macchine da scrivere e calcolatrici pronte ad abbassarsi ancora di più ad una richiesta.

Jack Lemmon in un frame del film - Photo Credits: DenOfGeek
Jack Lemmon in un frame del film – Photo Credits: DenOfGeek

C’è ancora tempo per diventare un mensch

Fortunatamente al mondo c’è una terza categoria, quella più equilibrata e saggia seppur nascosta. Persone che hanno alzato lo sguardo e di quella cognizione ne hanno fatto un’armatura. Nella semplice sillaba “no” c’è un potere che destabilizza i piglioni ed è in grado di restituire la lucidità e la vista a chi è abituato a essere preso. Il dottor Dreyfuss (Jack Kruschen), vicino di appartamento di Baxter, è qui una sorta di grillo parlante che esorta il protagonista a crescere, ad iniziare a prendere le giuste decisioni tralasciando ciò che la società amorale vuole che faccia. “Sia un mensch! Conosce il tedesco? Un mensch, un essere umano!

È grazie all’innamoramento per Fran che Baxter capisce che è arrivato per lui il momento di restituire le chiavi del bagno del ventesimo piano. Decide di pronunciare la sillaba magica nonostante sia consapevole che la sua ragazza giusta finirà con l’uomo sbagliato. Ed in effetti sembra esserci per lei l’happy ending tanto agognato, un divorzio a cui la moglie di Sheldrake costringe l’uomo e lui che si dice finalmente disposto a sposare la giovane. Davanti alla possibilità di pigliarsi il lieto fine è durante i festeggiamenti della notte di Capodanno che invece Fran decide di correre verso un nuovo inizio. Al mondo c’è gente che piglia e che è presa. E poi ci sono quelle persone che capiscono che la vita è più di un tiro alla fune.

“Lo specchio è a pezzi” “Sì, lo so. Mi piace così: mi ci vedo come mi sento.”

Jack Lemmon e Shirley MacLaine in un frame del film - Photo Credits: MyMovies
Jack Lemmon e Shirley MacLaine in un frame del film – Photo Credits: MyMovies

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Articolo a cura di Eleonora Chionni