Lara Comi arrestata, corruzione, finanziamento illecito e truffa

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Di Redazione Metropolitan

Lara Comi che la scorsa primavera era stata accusata di finanziamento illecito e corruzione è ai domiciliari per l’inchiesta “Mensa dei poveri”

Lara Comi è quindi agli arresti domiciliari. Già lo scorso 7 maggio le indagini coordinate dalla Dda della procura di Milano, dal nucleo tributario della Gdf di Milano, dalla Gdf di Busto Arsizio e di Varese avevano portato a 43 misure cautelari eseguite. L’operazione è chiamata «Mense dei poveri».

Tra questi alcuni noi noti come: l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello; il consigliere lombardo “azzurro” Fabio Altitonante; dell’allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota FI Pietro Tatarella.

«Nonostante la giovane età ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamenti illeciti». Così Lara Comi viene descritta nell’ordinanza del Gip.

Lara Comi
Lara Comi
Fonte: Corriere del Ticino

Le accuse a Lara Comi

La prima accusa per Lara Comi era quella di fingere consulenze per ottenere finanziamenti illeciti. In primavera quando il quadro era già diventato più chiaro dichiarava:

«emerge la peculiare abilità che l’indagata Comi ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre dal ruolo pubblico di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità».

L’intercettazione

“Oggi io dirò che non ho mai preso 17K non ho mai avuto consulenze con Afol né a società a me collegate che non esistono. Se mi chiedono perché dicono questo posso dire che eri tu che facevi loro consulenza”.

Così Lara Comi in una conversazione intercettata mentre parla con l’avvocato Bergamaschi, sua collaboratrice, fa riferimento a 17 mila euro che avrebbe ottenuto da Afol. 

Tre episodi

  • Il primo riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società. La Premium Consulting Srl. Ricevuti da parte di Afol, dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale. 
  • E’ accusata poi di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31mila euro dall’industriale bresciano, titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti
  • Nel terzo episodio si parla di truffa aggravata al Parlamento europeo. E’ coinvolto anche il giornalista Andrea Aliverti. Collaborava con Comi come addetto stampa, con compenso di mille euro al mese, rimborsati dall’Europarlamento. L’accusa sarebbe di aver organizzato un finto contratto. Comi pagava tremila euro e due venivano restituiti.

La reazione di Comi

Al momento dell’arresto si è detta preoccupata per la salute dei genitori. A preoccupare l’eurodeputata è la salute del padre. “Ha appreso dai telegiornali dell’arresto della figlia, prima di essere sottoposto a una delicata operazione” dice il suo avvocato Giampiero Biancolella.

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