Una collab all’insegna della sostenibilità quella tra Brianna Lance e il celebre brand & other stories. Per l’estate 2024 infatti brand e artista hanno ideato una capsule che prevede dei capi ispirati alla tecnica più amata dall’artista: l’acquerello. Lei, già protagonista avvezza al mondo della moda, è rappresentata dalla Tappan Gallery. I suoi dipinti sono stati esposti alla Miami Art Week, al Freehand Hotel e allo Standard Hotel. Ha, inoltre, già collaborato con The Edition Hotels, Ciao Lucia e The Frankie Shop.
Brianna Lance e & other stories: come nasce la collab
L’artista, che ha appunto già lavorato nel mondo della moda, è ora conosciuta per i suoi iconici dipinti ad acquerello, dai simboli evocativi e dalle immagini mistiche. La Lance è un’artista autodidatta nata in Texas e residente a New York che, volendo documentare le sue esperienze spirituali, ha iniziato dipingendo ambienti colorati e surreali. La capsule collection che uscirà a giugno di quest’anno è composta da quattro capi: due caftani, un abito e una tuta. Tutti e quattro i pezzi sono delle vere e proprie opere d’arte, create su misura per la collaborazione dall’artista, che unisce arte e sostenibilità. Si è infatti cercato di puntare a una lavorazione che potesse limitare al massimo inquinamento e spreco.
Quando poter vedere questi meravigliosi capi? La collezione sarà disponibile a partire dal mese di giugno 2024. Si potrà trovare sia in negozi selezionati, che online sul sito del brand. Brand che nasce come, appunto, pioniere di sostenibilità ed eccellenza dei capi. Ad oggi, & Other Stories ha negozi fisici e online in Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente. Queste le parole dell’artista a proposito della collaborazione: “Già i miei dipinti riflettono le energie iperfemminili e ipermistiche storicamente escluse dall’arte moderna”, facendo intendere che tutto ciò sarà presente anche in questa capsule. “Ciò che amo dei dipinti di Brianna è la giocosità e la narrazione che crea, con la più bella palette di colori”, ha invece commentato Frida Billegren, designer dell’Atelier.
Marianna Soru
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