Lazio: sempre il solito problema di testa, ma c’è tempo per svoltare

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Di Maria Laura Scifo

Per anni in casa Lazio si è parlato di mancato salto di qualità. Una campagna acquisti che non decollava mai e le solite mancanze circa una rosa lunga capace di affrontare tre competizioni. I biancocelesti sotto certi aspetti possono dichiararsi quasi degli eterni incompiuti, incapaci di lasciare un segno netto nelle loro stagioni. Quest’anno sembrava essere il punto della svolta, ma davanti ai primi esami sono arrivate le solite risposte. D’altro canto però, mai come in questa annata la situazione potrebbe raggiungere un punto di svolta.

Lazio, ti manca la mentalità

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La Lazio durante un’esultanza (Credits: SS Lazio Facebook)

Bisogna renderlo esplicito: la Lazio ha oggettivamente una rosa sulla carta capace di lottare per i primi posti. Un dato che infatti al momento è stato rispecchiato dalla classifica, che vede gli uomini di Sarri al quarto posto dopo le prime sei giornate. Eppure resta sempre quella sensazione di una solidità che possa sciogliersi da un momento all’altro. Testimonianze ve ne sono state già due e purtroppo si tratta dei soliti fantasmi del passato che si ripropongono ciclicamente.

Il primo campanello di allarme è arrivato contro il Napoli con un secondo tempo in cui i biancocelesti non erano riusciti a reagire all’assalto partenopeo. Poco male però, perché gli azzurri avevano dimostrato forse di essere in uno stato di forma superiore. Il disastro, non preannunciato, è stata però la gara contro il Midtjylland. Un tracollo troppo ampio per passare inosservato e che ha inevitabilmente scombussolato i piani dei capitolini. Sarri aveva parlato di un germe dentro lo spogliatoio, ma viene difficile credere che si trattasse di una persona, quanto piuttosto di un pensiero comune con radici profonde.

La Lazio ha paura di volare?

E’ possibile dunque che la Lazio abbia paura di volare? Guardando il percorso degli ultimi anni sembrerebbe di sì. Ogni volta che ai biancocelesti è stato richiesto quel piccolo sforzo in più, è quasi sempre arrivato un tracollo. Magari sconfitte pesanti in gare singole che però hanno a loro modo compromesso in parte il cammino in campionato. Sebbene lo scorso anno fosse chiaro a tutti che si trattava di un periodo di rifondazione, quest’anno i principi dovrebbero essere maggiormente consolidati.

Quest’anno l’aiuto è arrivato anche dal calciomercato, con un’unica grande carenza ovvero la mancanza di un vice-Immobile puro. Anche perché nonostante la costanza e feeling con il gol dell’attaccante, impiegarlo su tre fronti e continuamente si potrebbe rivelare un peso non da poco. Significherebbe perdere anche la brillantezza sotto porta talvolta, in quanto vittima di una più che normale ed eventuale stanchezza.

La cura di Sarri

Per tutti i mali calcistici per fortuna una cura c’è, il problema sta nel saper toccare le corde giuste e nel riuscire soprattutto ad applicarla. Per questo Sarri partirà dalla mentalità dei suoi, per evitare di ripetere nuovamente tracolli come quello norvegese o come lo era stata la gara di Verona lo scorso anno. Non resta quindi che affidarsi ai propri uomini, di indiscusso valore, e ai piani di gioco che di per sé si sono dimostrati più che funzionanti. La Lazio quando ha giocato da Lazio, non ha mai deluso, anzi tutt’altro.

Probabilmente anche il sistema di rotazione andrà consolidato, perché al rientro dalla sosta i biancocelesti saranno chiamati ad un importante tour de force con 12 gare in 33 giorni, prima della sosta per i mondiali. Una serie di incontri per dimostrare anche la propria crescita e il superamento di un problema che ciclicamente si è riproposto. La strada è lunga, il campionato appena iniziato e forse questi problemi è meglio ritrovarseli in principio, piuttosto che alla fine.

Perché se la cura dovesse funzionare, la Lazio potrebbe davvero pensare in grande.

Maria Laura Scifo

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