Stasera su Italia 1 alle ore 21:20, “Le 5 Leggende” allieterà la vostra serata. Uno dei prodotti più fantasiosi e sottovalutati della Dreamworks nonché trionfo della fantasia
La Dreamworks ha avuto per lungo tempo una competizione diretta con la Pixar e nella maggior parte dei casi il confronto si risolveva a favore della casa di John Lasseter.
Poi tra il 2008 e il 2010 qualcosa è cambiato e per il meglio.
I film Dreamworks cominciavano ad essere più variegati e così ad ogni seguito di “Madagascar” o “Kung Fu Panda” avevamo anche un “Dragon Trainer” o un “Megamind”.
Nel 2012 toccò a “Le 5 Leggende”.
Tratto dalla serie di romanzi scritta da William Joyce, “Le 5 Leggende” è una sorta di erede di quel fantasy indirizzato a un vasto pubblico ma che non dimentica la cosa più importante, oltre alle trovate visionarie: i contenuti.
Abbiamo così la classica lotta tra il Bene e il Male unita a una riflessione sulla sopravvivenza dell’immaginazione nel mondo odierno.
Non a caso i protagonisti di questa storia sono tutte note figure folkloristiche come Babbo Natale, la Fatina dei Denti, l’Omino del Sonno e il Coniglio Pasquale.
Loro sono i Guardiani che difendono il mondo da coloro che minacciano il loro operato e i bambini.
E quando all’orizzonte si presenta una loro vecchia conoscenza, Pitch Black (L’Uomo Nero), i Guardiani chiedono aiuto all’entità astratta nota come l’Uomo nella Luna per trovare qualcuno che possa aiutarli.
La scelta cade su Jack Frost, spirito dell’inverno giocherellone e un po’ irresponsabile ma che non ricorda nulla del suo passato.
Con la promessa di aiutarlo a recuperare la sua memoria, Jack si unisce al gruppo per fermare il diabolico piano di Pitch.
Un film abbastanza insolito per la Dreamworks poiché deciso a ricreare un clima fiabesco e visionario che sembra sparito nel cinema d’animazione contemporaneo.
L’animazione è ottima, il richiamo a certi classici del genere (“La Storia Infinita” ma non solo) non è invadente e anche i tocchi più drammatici (legati soprattutto alla storia di Jack) sono accessibili a tutti.
Gli stessi personaggi funzionano per la loro caratterizzazione semplice e per questo funzionale alla storia.
Sia per quelli più “comici” (un Babbo Natale più simile ad un cosacco) che quelli più centrali (Jack o Pitch, creatura delle tenebre piena di rancore per un mondo che non può e non vuole ricordare la sua esistenza).
Nulla di paragonabile a certi capolavori della Pixar ma un ottimo film d’animazione che per un attimo mi ha fatto dimenticare la freddezza di certi cartoni animati digitali.
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