Centinaia di gruppi di attivisti locali agiscono in tutto il mondo, dai social alle manifestazioni: ma Black Lives Matter è partito da poche coraggiose ragazze che con la loro forza d’animo stanno cambiando il mondo.
Slogan e Hashtag
Black Lives Matter: le vite dei neri contano.
Semplice, immediato, abbreviabile in BLM: lo slogan che funziona e che ha fatto il giro del mondo, finestra per finestra, social per social è stato creato da Alicia Garza, nata a Los Angeles nel 1981, e trasformata in hashtag da Patrisse Cullors, artista, insegnante e queer nata nel 1983. Ed infine Opal Tometi ha trasformato tutto questo in un movimento di protesta globale. Classe 84, è anche direttrice esecutiva di Black Alliance for Just Immigration, la prima organizzazione statunitense per i diritti degli immigrati di origine africana.
Black Lives Matter
Non fermarsi ad una sola legge, ma protestare in tutto il mondo contro il razzismo. Contro la discriminazione. Agire quotidianamente sui social ed organizzare manifestazioni. Farsi sentire. Protestare. E’ questo il nucleo di BLM che le fondatrici portano avanti con successo dal 2013.
Ma non parlano solo agli adulti: con il loro comportamento stanno ispirando bambine e adolescenti. Che, come guardano a Greta, Malala o Shamsia Hassani, osservano anche Alicia, Opal, Patrisse e fanno loro il loro coraggio.
Le ragazze
Kheris Rogers ha 13 anni. Ne aveva 6 la prima volta che è stata presa di mira dai bulli per il colore della sua pelle. Grazie a sua madre ha reagito: ogni giorno prima di uscire di casa e affrontare la scuola, si ripeteva di essere bella e intelligente, che era la sua opinione che contava, non quella del gruppo di bulli. Ispirata da BLM, con sua sorella ha iniziato a serigrafare magliette con slogan incoraggianti, contro il razzismo e a favore dell’autostima: i suo vestiti sono stati indossati da celebrità tra cui Alicia Keys e Lupita Nyong’o, ed è stata nominata nelle 21 under 21 di Teen Vogue nel 2018.
Little Miss Flint, all’anagrafe Amariyanna “Mari” Copeny è una giovane attivista nata nel 2007 in Michigan.
L’acqua di Flint, il suo paese natio, è molto inquinata dal piombo ma nessuno si muove: decide quindi di attivarsi in prima persona. Ha 8 anni. Scrive al presidente Obama, protesta fuori da scuola finché non ottiene la visita del presidente e la dichiarazione di stato di emergenza ambientale.
Viene invitata a relazionare a seminari ed in televisione, e nonostante sia giovanissima non si perde d’animo e porta ovunque il suo messaggio. Nel 2017 attacca direttamente il presidente Trump, reo di aver promesso e non mantenuto un aiuto alla città. E lo fa salendo sul palco dello “Stand Up to Trump” davanti alla Casa Bianca.
100 americani ogni giorno muoiono colpiti dalle armi da fuoco. Di questi, la maggior parte sono afroamericani. Naomi Wadler non ci sta. Decide di organizzare una marcia che coinvolge i suoi compagni di scuola. Ha solo 11 anni.
Dalla scuola non si ferma e diventa attivista, parlando a numerosi convegni e diventando una delle 21 under 21 di Teen Vogue.
Da LA al mondo
Black Lives Matter è cresciuto in fretta, perché è un movimento di cui c’era bisogno. Ed ha ispirato, tanto. Ha ispirato le ragazze a far sentire la propria voce, anche se si sentono piccole e isolate. Coraggio!