Shamsia Hassani, la prima street artist afghana

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Di Redazione Metropolitan

Se pensiamo all’Afghanistan, la street art non è la prima cosa che ci venga in mente. Anzi, ci sembra quasi incredibile di parlare di Shamsia Hassani, classe 88.
Abbiamo visto le sue opere, così colorate in un contesto di distruzione post bellica. Abbiamo letto le sue interviste. E ce ne siamo innamorate.

Once upon a time. Credits: shamsiahassani.net
“Once upon a time” Credits: shamsiahassani.net

Nata a Teheran da emigrati afghani, nonostante la sua passione non può accedere agli studi artistici: non è permesso agli immigrati. Torna quindi a vivere in Afghanistan nel 2005, dove completa gli studi e diventa la docente più giovane all’università di Kabul. Insegna scultura.

La svolta

Nel dicembre del 2010 segue il primo corso di graffiti della sua città, tenuto da Chu, street artist residente in Inghilterra. La tecnica che vede per la prima volta è un linguaggio nuovo per l’Afghanistan, di deciso impatto visivo, e il materiale costa meno rispetto agli acquarelli. Shamsia decide quindi di adottarlo per diffondere il suo messaggio, che riassume così ad Art Radar nel 2019:

Voglio colorare i brutti ricordi della guerra sui muri e se coloro questi brutti ricordi, cancello [la guerra] dalle menti delle persone. Voglio rendere famoso l’Afghanistan per la sua arte, non per la sua guerra.


Copre i buchi di proiettili, cerca di dare una nuova immagine ad edifici dilaniati dalle bombe. Aggiunge colore ad una città gialla e marrone.

Shamsia accanto ad una sua opera. credits: Theguardian.com
hamsia accanto ad una sua opera. credits: Theguardian.com

Leggere Afghanistan richiama subito alla mente guerra, distruzione, oscurantismo religioso. Per l’arte la distruzione delle statue del Buddha da parte dei talebani nel 2011, non certo la creazione e diffusione di messaggi. Shamsia lo sa bene e su questo fonda la sua opera.

"Dreaming graffiti" digital art. credits: Shamsiahassani.net
“Dreaming graffiti” digital art. credits: Shamsiahassani.net

La giovane artista si impegna a sovrapporre colore a questi ricordi, a dare una nuova definizione di arte contemporanea per il suo Paese. E per farlo sceglie la street art, la disciplina democratica per eccellenza, liberamente fruibile camminando per le strade. Il messaggio passa rapidamente, non ha bisogno di traduzione, con una foto fa il giro del mondo sui social. E senza parole arriva a tutti, anche in uno dei paesi con il tasso di analfabetizzazione più alto al mondo.

 Shamsia Hassani, "Russian Cultural Center", Kabul, 2011. Fotografia di Kabul at Work. credits:  artradar.com
Shamsia Hassani, “Russian Cultural Center”, Kabul, 2011. Fotografia di Kabul at Work. credits: artradar.com

Inizia quindi con la street art a Kabul, concentrandosi su opere dedicate alla lotta all’oppressione delle donne. Le rappresenta stilizzate, spesso in blu, con il burka o con hijab, ma come Qahera per l’Egitto, sono ben lontane dall’ideale talebano di donna passiva e chiusa in casa. Sono dinamiche, forti, donne nuove.

credits Shamsiahassani.net
credits Shamsiahassani.net


Sempre ad Art Radar Shamsia dichiara

Voglio dimostrare che le donne sono tornate nella società afgana con una nuova forma più forte. Non è la donna che resta a casa. È una donna nuova. Una donna piena di energia, che vuole ricominciare.

Dreaming graffiti

 Shamsia Hassani, 'Dreaming Graffiti Kabul', 2013. credits: artradar.com
Shamsia Hassani, ‘Dreaming Graffiti Kabul’, 2013. credits: artradar.com

Non è facile lavorare per strada a Kabul. Le è proibito uscire di notte, perché è donna. Ma non può farlo nemmeno di mattina, perché spesso è orario di bombardamenti. Deve evitare alcune zone perché a rischio per le mine antiuomo. A differenza di altre nazioni, dove l’illegalità della street art crea problemi con le forze dell’ordine, i poliziotti non intervengono a fermare gli artisti. Ma spesso Shamsia si trova a discutere con persone che la accusano di sporcare i muri, le contestano il suo essere per la strada e non in casa, e chiedono se sia corretto per l’Islam disegnare. A volte deve affrettarsi, terminare in meno di un quarto d’ora, perché’ presto viene accerchiata.

 Shamsia Hassani, "Dreaming Graffiti at Shamsia's Studio", Kabul. credits: Artradar.com
Shamsia Hassani, “Dreaming Graffiti at Shamsia’s Studio”, Kabul. credits: Artradar.com

Per tutto questo decide di iniziare il progetto Dreaming graffiti: sono graffiti nella sua mente, e diventano opere digitali.

dreaming graffiti, opera digitale. credits shamsiahassani.net
dreaming graffiti, opera digitale. credits shamsiahassani.net

Lavora in India, Italia, Iran, Germania, Svizzera. Nel 2013 realizza Rote Fabrik a Ginevra sui muri della sede dell’Unione operaia, scegliendo come tema il dramma delle donne migranti vittime di violenza.

Shamsia Hassani, 'Rote Fabrik', Svizzera, 2013.  credits: Artradar.com
Shamsia Hassani, ‘Rote Fabrik’, Svizzera, 2013. credits: Artradar.com

Nel 2014 vince il premio Artraker , istituzione che cerca di sostenere gli artisti che lavorano nelle zone di conflitto o le cui opere affrontano questioni legate alle guerre. Il suo progetto è The Magic of Art is the Magic of Life, ma l’artista non ha potuto essere presente per problemi legati al rilascio del visto. Nello stesso anno, è presente nella classifica dei 100 global thinkers.

Shamsia Hassani in Italia

"Kabul art project in Florence", credits: Isis Leonardo da Vinci
“Kabul art project in Florence”, credits: Isis Leonardo da Vinci

In primo piano una donna con un vestito raffigurante la skyline di Kabul. Ha gli occhi chiusi, non ha bocca, non può comunicare con l’esterno: “Perché normalmente le donne nel mio Paese non possono parlare o non vengono ascoltate, e tante situazioni sono impossibili da vedere” spiega Shamsia Hassani ai giornalisti di Firenze Today.

Ma se un braccio richiama la musica, le dita della mano si toccano richiamando Michelangelo: “perché la musica è un linguaggio universale, può superare le barriere e raggiungere tutti”, aggiunge.

Tutto questo con Firenze sullo sfondo, perché siamo in Italia: l’artista è stata chiamata dalla Biennale per dipingere una sua opera sul muro di una scuola, l’Isis Leonardo da Vinci, ed incontrare gli studenti.

Prestige exhibition, credits: shamsiahassani.net
Prestige exhibition, credits: shamsiahassani.net

E’ l’unica opera di Shamsia in Italia, ma speriamo che ve ne siano presto altre da poter ammirare: il suo messaggio è importante per i diritti delle donne afghane, è una speranza di rinascita dopo un periodo cupo. Speranza di ritrovare la propria identità, i propri sogni e di volare leggere come in una delle sue creazioni.

credits: shamsiahassani.net
credits: shamsiahassani.net

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