Leonardo Sciascia, l’autore del realismo critico

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Di Redazione Metropolitan

Leonardo Sciascia nacque a Racalmuto, in provincia di Agrigento, nel 1921. All’età di 20 anni ottenne l’abilitazione all’insegnamento elementare, professione che esercitò per diverso tempo. La sua vita fu caratterizzata da un fortissimo attaccamento all’ambiente politico, il quale influenzò profondamente anche il suo percorso letterario. Dal 1979 al 1983 fu deputato in Parlamento per il Partito Radicale.

Tra le sue opere più celebri ricordiamo Il giorno della civetta, del 1961. Questo romanzo fu particolarmente importante perché per la prima volta pose l’attenzione su una questione che fino ad allora era sempre stata trascurata: il problema della mafia in Italia. Sciascia ottenne così un’enorme rilevanza nell’ambiente culturale italiano, e tuttora viene considerato tra gli autori più significativi del ‘900.

Il realismo critico

Con il termine realismo critico si intende un’operazione di analisi antropologica che Sciascia realizza nei suoi scritti. L’autore osserva attentamente il modo di comportarsi degli italiani e ne trae una propria interpretazione. La sua scrittura cerca di confrontarsi con il mondo oggettivo con la speranza di trovare una vita libera e razionale. I personaggi delle sue opere sono alla costante ricerca della verità, che però faticano a trovare in una società corrotta.

Sciascia utilizza come modello la grande letteratura illuministica, infatti percepiamo un grande impegno nel portare alla luce anche le vicende più oscure. Nelle sue opere la narrativa si mescola alla saggistica, la vena polemica non si esaurisce mai del tutto. L’autore riesce a dimostrare quanto complicato sia esercitare la ragione in un mondo immorale e colmo di giochi di potere.

La Sicilia di Leonardo Sciascia

La Sicilia fu un punto fondamentale per la produzione dello scrittore. Sciascia utilizzò la sua terra natia come metafora del mondo: un luogo-trappola dove la ricerca della verità è negata dalla corruzione. Nonostante egli amasse davvero la sua patria, decise comunque di metterla a nudo nelle sue opere, mostrando come questa fosse effettivamente problematica.

Nel suo primo libro di rilievo, Le parrocchie di Regalpietra (1956), l’autore realizzò un vero e proprio documentario sulla Sicilia. Il suo intento non era quello di porre la verità in modo diretto, ma di farla trasparire attraverso dati fittizi. Sebbene il paese di Regalpietra sia frutto della sua invenzione, sono facilmente riscontrabili numerose somiglianze con Racalmuto, suo luogo di nascita. Con questo romanzo Sciascia diede inizio ad una lunga serie di indagini sulla storia di questo territorio acciecato dalla presenza della mafia.

Ludovica Nolfi

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