Danzerà a Les Étoiles la star del film su Nureyev The White Crow, Oleg Ivenko, mentre Roberto Capucci crea i costumi per le étoile Sergio Bernal e Young Gyu Choi

Ci sono interessanti novità a Les Étoiles, a cura di Daniele Cipriani, che accenderà di prodezze pirotecniche “in volo e sulle punte” (secondo il celebre motto di questo gala) il palcoscenico della Sala S. Cecilia, Auditorium Parco della Musica di Roma, il 24 e 25 gennaio (ore  21) e il 26 gennaio 2020 (ore 17). Les Étoiles ospita come sempre grandi stelle (“étoile”) del balletto internazionale ma questa volta tra loro ce ne sarà una che è anche ormai una star del cinema: Oleg Ivenko divenuto celebre per aver ricoperto nientemeno che la parte del giovane Rudolf Nureyev nel recente film The White Crow.

New entries

Ivenko porterà a Les Étoiles  non solo una somiglianza, nel fisico e nel temperamento, con il “Tartaro Volante” (che lo ha fatto scegliere dal regista Ralph Fiennes per interpretare sullo schermo il ballerino più celebre di tutti i tempi), ma anche il profumo della lontana Terra dei Tartari, o Tartaria, essendo egli étoile presso la Compagnia di  Stato di Opera e Balletto di Kazan nella Repubblica russa del Tatarstan.

Altra ‘new entry’ che si aggiunge a Les Étoiles, e che viene or ora annunciata da Cipriani, è la ballerina russa Eleonora Sevenard del Teatro Bolshoi di Mosca. La Sevenard forma insieme all’étoile Denis Rodkin (la cui presenza a Les Étoiles era stata annunciata in precedenza e con cui danzerà a Roma) una delle coppie attualmente più in vista della compagnia moscovita. E la Sevenard, come Ivenko, ci riporta in ambito cinema in quanto lontana parente di Mathilde Kschessinska, la ballerina amante dello Zar Nicola II, anche questa immortalata recentemente sul grande schermo nel film Matilda di Alexey Uchitel. I fisionomisti più accaniti potranno cercare somiglianze tra la Sevenard e la di lei fascinosa prozia, leggenda del balletto russo.

Les Etoiles, Swan Lake 2012 - Photo credit: Campididanza
Les Etoiles, Swan Lake 2012 – Photo credit: Campididanza

La 9° edizione di Les Etoiles

Si dice che con il passare delle epoche, via via che si va allargando lo stato di coscienza dell’essere umano, si allarghi anche l’universo: innegabile che, in parallelo alle esplorazioni del subconscio da parte dei padri della psicanalisi nel 20° secolo, sono avvenute scoperte di nuovi pianeti e stelle da parte degli astronomi. In questa 9a edizione di Les Étoiles (poiché alle cinque precedenti edizioni romane si devono aggiungere quelle di Venezia, Cagliari e Ravenna, ricordandosi che la 10a edizione si terrà al Comunale di Bologna il 26 e 27 settembre 2020), anche il firmamento stellato di Daniele Cipriani si espande ulteriormente: aumenta il numero delle stelle che danzeranno, aumentano il numero delle serate, portate eccezionalmente a tre.

Les Étoiles 2020 saràun’occasione per ricordare Alicia Alonso, mito del balletto mondiale scomparsa alcune settimane fa e che fu nominata la scorsa primavera la “Estrella del Siglo” (Stella del Secolo). Per celebrare la loro grande maestra arrivano i cubani Yanela Piñera (Queensland Ballet di Brisbane, Australia) e Luis Valle (Ballet Méditerannée dell’Opera di Nizza), sfoderando in un brano tratto dal Don Chisciotte

Atteso infine il coreano Young Gyu Choi del Balletto Nazionale Olandese (è accanto a lui che danzerà un passo a due la “étoile a sorpresa”, il nome svelato all’ultimo che non manca mai a Les Étoiles), mentre a grande richiesta ritorna lo spagnolo Sergio Bernal del Balletto Nazionale Spagnolo, ballerino carismatico che elettrizza gli spettatori fin dall’istante in cui appare in scena.

Les Etoiles - Photo credit: Auditorium Parco della Musica
Les Etoiles – Photo credit: Auditorium Parco della Musica

Roberto Capucci fra le stelle a Les Étoiles

Definito da Christian Dior “il miglior creatore della moda italiana”, Roberto Capucci non è solo un’icona dell’alta moda, ma siede di diritto nel Parnaso dei grandi artisti. Ospitate nei musei di tutto il mondo, le sue creazioni sono sculture plastiche; ma sono anche dei tourbillon di plissé, giochi di movimento usciti da fontane sgorganti non acque, bensì preziosissime taffetà e sete in sfumature che persino l’arcobaleno stesso faticherebbe ad annoverare.

È un connubio fecondo, quello fra danza e moda, nato nei primi del Novecento grazie alla geniale intuizione dell’impresario dei Ballets Russes, Serghei Diaghilev, che usava commissionare costumi da couturier di grido come Paul Poiret, Mariano Fortuny e Coco Chanel. Da allora, sono numerosi gli stilisti che hanno disegnato per l’arte della danza, numerose le tendenze lanciate proprio dai palcoscenici di Tersicore. A loro si unisce ora Roberto Capucci.

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