L’esplosione dell’e-commerce favorita dall’emergenza sanitaria

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Di Alessia Spensierato

La pandemia ha innegabilmente contribuito a modificare alcuni aspetti della nostra vita e delle nostra abitudini più assodate, creando nuovi scenari e anticipando la vera esplosione di fenomeni già conosciuti e consolidati. Parliamo ad esempio dell’e-commerce e quindi della propensione degli italiani a usare i mezzi tecnologici per portare a termine i propri acquisti. 

Ormai non esiste azienda che non proponga i propri servizi online, e dando un’occhiata all’anteprima del volantino Eurospin ci si accorge facilmente che anche il colosso della grande distribuzione ha deciso di puntare in maniera importante su questo tipo di canale di vendita.

Analizziamo i fattori che hanno favorito il successo del commercio virtuale.

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Social distancing e la paura a spostarsi

Soprattutto durante i mesi del primo lockdown, milioni di persone si sono trovate davanti a tantissime limitazioni in riferimento agli spostamenti e al controllo degli accessi nei punti vendita. Alcuni esercizi hanno addirittura chiuso e non hanno avuto modo di operare per tanto tempo. In questo quadro, l’utente più legato agli schemi tradizionali ha comunque optato per gli acquisto presso il punto vendita di fiducia, anche a costo di affrontare interminabili file. Molti altri invece hanno cercato delle alternative che gli permettessero di avere a domicilio quello che cercavano. 

Il fenomeno della spesa virtuale non è partito subito, e alcune catene ci hanno messo un po’ per mettere a punto un sistema che permettesse di scegliere i prodotti desiderati senza ricevere messaggi di errore in un punto indeterminato della procedura d’acquisto. Soltanto a fine maggio scorso i siti dei market sono diventati efficienti, e questo ha anche coinciso con l’inizio delle riaperture decise dal governo. Sono però tantissime le persone che continuano a sfruttare questo servizio perché estremamente comodo e conveniente, e col tempo il numero è destinato a salire ancora.

Diverso è invece il discorso per gli altri settori del commercio che di fatto erano già attrezzati per l’e-commerce e che hanno quindi semplicemente aumentato i propri traffici commerciali, attirando l’attenzione di quei soggetti restii a rivolgersi alla rete per mancanza di fiducia e paura per eventuali truffe virtuali e furti di dati sensibili. Negozi di elettrodomestici e abbigliamento hanno registrato un boom di vendite, per non parlare dei marketplace più importanti in grado di effettuare le consegne dopo appena poche ore dalla conclusione dell’acquisto.

La risposta generazionale in relazione agli acquisti

Non tutti hanno affrontato le difficoltà evidenti causate dalla pandemia allo stesso modo. Le differenze tra le diverse fasce d’età sono innegabili e sono utili anche per capire le eventuali future tendenze nel mondo del commercio virtuale.

Generazione Z e millennial 

Le generazioni più giovani sono quelle che paradossalmente hanno avvertito di più la crisi e questo li ha portati a una generale riduzione delle spese. Sulle modalità pochi cambiamenti di nota, visto che si tratta di persone che già sfruttavano abbondantemente le possibilità e la convenienza dell’e-commerce.

Generazione X e over 50

Le persone all’interno di queste fasce d’età si sono dimostrate meno preoccupate per le difficoltà della pandemia, con una diminuzione della propensione alla spesa minore, nonostante per molti superare lo scoglio della transazione virtuale non sia stato agevole e immediato.

Donne e uomini

Alcune differenze ci sono state anche a livello di genere. Mentre le donne si sono dimostrate più sensibili alla crisi e meno avvezze ad abbracciare con disinvoltura i cambiamenti di abitudine legati agli acquisti, gli uomini invece si sono avvicinati con più entusiasmo ai vantaggi e le comodità offerte dall’e-commerce, accusando meno il fatto di non potersi recare presso un classico punto vendita, sfruttando nel migliore dei modi le tantissime ore passate all’interno del proprio domicilio a causa delle restrizioni.