Perché la Libia è di vitale importanza per il nostro paese?

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Di Redazione Metropolitan

Tante sono le persone che parlano della situazione della Libia, ciononostante ci sono alcune cose che sfuggono nelle analisi di molti esperti. Cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.

Non è un segreto che la Libia odierna è un paese sull’orlo del baratro dato che non esiste un governo capace di guidare saldamente il paese. Il territorio è governato da 2 governi e mezzo che si spartiscono determinate porzioni del territorio. Per l’esattezza è bene dire che i 2 centri di poteri più importanti sono rappresentati da Al Sarraj che amministra, seppur con diversi limiti, la Tripolitania (ovvero la regione occidentale del paese), mentre la Cirenaica (la parte orientale) è comandata dal potente generale Haftar. Inoltre a rendere più complicata la matassa ci pensano le migliaia di milizie che si spartiscono il potere sui rispettivi territori di competenza.

Com’era la Libia prima

Fonte immagine: Il Primato Nazionale

Prima di continuare ad analizzare la situazione odierna, è bene parlare della Libia del passato.

La Libia di un tempo (dal 1969 al 2011) era governata dal colonello Gheddafi che si era accentrato tutto il potere decisionale. Il rais (il colonello Gheddafi) era considerato un rivoluzionario perché aveva spodestato (con l’operazione Gerusalemme) il precedente reggente, re Idris.

L’operazione ha avuto luogo perché la popolazione era stanca della povertà endemica del paese; come se non bastasse il re era considerato da molti un nemico del popolo poiché era visto come un filo-occidentale (a seguito della politica estera che era a favore degli Stati occidentali). Nel 1969 comincia l’era gheddafiana, un’era di repressione e totalitarismo.

Quello che è bene dire di tutto questo è che il rais era considerato come un vero leader perché propugnava idee anti occidentali: nello specifico ripudiava le istituzioni democratiche (come il parlamento) e non gli mancò mai l’occasione di criticare il sistema del referendum (nel senso occidentale). Quello che Gheddafi sognava era un governo delle masse capace di porsi come baluardo arabo contro lo strapotere occidentale. Egli scrisse e pubblicò il Libro verde: un documento in cui erano presenti le sue idee su come doveva essere una nazione per essere veramente libera. Anche se le idee di Gheddafi erano apprezzate dal popolo e dalle popolazioni arabe, va detto che alla fine prevalse il lato dittatoriale.

Il rais era poco propenso a farsi gestire il petrolio (la principale ricchezza libica) dagli altri Stati, ciononostante, va riscontrato che il partner commerciale preferito dalla Libia era l’Italia.

La fine dell’era Gheddafi

Prima di ricominciare a parlare della situazione odierna della Libia, è bene tornare al 2011. In questo anno diverse potenze occidentali hanno costretto l’Onu a intervenire imponendo una no fly zone sui cieli libici. Il motivo di tutto questo era appoggiare i ribelli interni che volevano ribellarsi al regime gheddafiano. I motivi dell’intervento delle Nazioni Unite sono molteplici, però è bene dire che, secondo alcuni esperti, il colonello era visto di cattivo occhio da moltissimi Stati perché voleva ribellarsi allo strapotere del neocolonialismo.

L’appoggio dell’Onu ha decretato la vittoria dei ribelli che hanno espugnato l’ultima roccaforte del colonello e sono riusciti a uccidere il noto leader. Da tutto questo ne viene fuori lo scenario di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo.

Perché la situazione libica è di estrema importanza per l’Italia e per i paesi europei?

La risposta a questa domanda è alquanto complessa, perciò è bene partire con ordine. Non è un segreto che molti africani lasciano il proprio paese con destinazione l’Europa. Ciononostante, quello che non tutti sanno è che la maggior parte delle persone che attraversano il Mediterraneo lo fanno passando dai porti libici. Da questa premessa viene fuori uno scenario molto complesso: l’Italia finanzia Al Sarraj per fermare gli sbarchi (finanziando la guardia costiera della Tripolitania), però, lo stesso presidente non controlla tutta la Libia e neanche tutta la porzione di sua competenza poiché la Libia stessa è in mano alle migliaia di milizie che sono sparse in tutto il territorio libico. Come se tutto ciò non bastasse, va detto che quelli che lavorano per la guardia costiera in realtà fanno anche parte delle milizie; inoltre, aggiungendo la ciliegina su questa complicatissima torta, va detto che molti miliziani sono collusi con i trafficanti di esseri umani.

Le condizioni dei migranti in Libia

Fonte immagine: Avvenire

Da tutto questo viene fuori un quadro molto complicato. Ciononostante bisogna aggiungere che in Libia sono presenti numerosi centri di detenzione per i migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo. Secondo alcuni reportage (e testimonianze) le condizioni dei migranti che stanno nei centri sono molto preoccupanti. Emergono storie di abusi, omicidi, sequestri di persona (con finalità di riscatto) e lavori forzati.

Come se tutto questo non bastasse, va detto che i costi per partire da casa e arrivare in Europa sono aumentati notevolmente e la durata del viaggio è diventata molto più lunga (il motivo di tutto questo è dato dal fatto che ci sono sempre più persone che prendono parte al traffico degli esseri umani).

Conclusioni

Insomma, da quello che abbiamo detto in questo articolo appare molto chiaro che la situazione libica deve essere analizzata e studiata da più persone. Comprendere le dinamiche di questo paese può portare grandi giovamenti nelle prossime decisioni politiche italiane (e anche dei paesi europei).