Regionali nazionali

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Dopo la vittoria in Abruzzo, ora la Lega punta alle regionali in Sardegna per essere più forte al tavolo delle trattative con l’alleato di Governo. I dossier sono sempre gli stessi: Tav, rapporti con la Francia e acqua pubblica. Il Movimento Cinque Stelle teme le elezioni in Sardegna, sull’isola gli equilibri politici sembrano quelli del “pre 2013”, con un testa a testa tra centodestra e Zedda.

(Foto dal web)

Il piede in due staffe, la strategia con cui Salvini spera di giocare le partite decisive dei prossimi mesi. Da una parte l’alleanza con la Meloni e Forza Italia, dall’altra il contratto di Governo con i Cinque Stelle. Ed è proprio questo contratto che rischia di essere messo in discussione, in virtù degli equilibri politici cambiati dal 4 Marzo ad oggi. Il leader della Lega spera di far valere il suo consenso crescente per ritrattare alcuni temi caldi. Il più urgente è la Tav, infatti tra due settimane, Telt (la società mista Italia-Francia titolare del progetto Tav) darà il via ai bendi di gara per l’opera.

La distanza tra gli alleati di governo sembra tale da non poter giungere a una sintesi nel giro di così poco tempo. Questo, salvo una rovinosa “debacle” del Movimento Cinque Stelle in Sardegna. La convinzione che le regionali o le europee fungano da ago della bilancia per gli equilibri di Governo è una prassi della politica nostrana. Un abitudine che nel corso degli anni ha cambiato gli equilibri interni al governi.

I Cinque Stelle questo lo sanno, di conseguenza cercano di sminuire l’importanza delle regionali. Da una parte facendo un mea culpa sulla loro struttura territoriale poco sviluppata, dall’altra citando i casi del passato, primo fra tutti Renzi, trionfante alle europee e uscito sconfitto dalle politiche. Questo richiamo alle europee non può che sembrare un “mettere le mani avanti” rispetto ad un possibile plebiscito per Salvini. Il “capitano di dimostra impaziente di incassare senza attendere le regionali, paventando la ridiscussione del Contratto di Governo. Esagera volutamente l’importanza del voto sardo, caratterizzato da una compagna elettorale che non si era mai vista sull’isola. Il candidato del centrosinistra Zedda ha reso bene l’idea dicendo:

“Qui sono arrivati tutti, manca solo Godzilla”.

Godzilla manca all’appello, ma è l’unico non pervenuto. Berlusconi, Meloni, Toninelli, DiMaio, Salvini, Zingaretti, in questi giorni la Sardegna è il centro del mondo. L’unico che sembra portare una ventata di lucidità è il Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli:

“Il voto regionale è un voto che deve calzare a pennello su quelle che sono le esigenze e le agende tipiche di una Regione”.

Amen.

DI: Federico Rago