Una donna che ha la lotta nel dna, testimone vivente della Shoa Italiana, attivista politica, una donna capace di parlare dritto al cuore: Liliana Segre.
Chi è Liliana Segre?
Nata a Milano da una famiglia di religione ebraica, Liliana Segre, era poco più di una bambina quando fu strappata dalle braccia del suo papà, in quanto vittima della tristemente nota vicenda della deportazione nei campi di concentramento. Liliana Segre, di quella parte della sua vita, racconta episodi crudi che evocano immediate immagini di inaudita violenza. Bambini costretti a mangiare escrementi, senza più un nome e privati dell’età del gioco perché costretti ai lavori forzati. Bambini che via via sparivano travolti dalla furia nazifascista. Terminata la deportazione, Liliana Segre, venne restituita a quello che restava della sua famiglia con dentro di sé un comprensibile solco nel cuore per tutto quello che fu costretta a vivere.
Liliana Segre e la testimonianza della Shoa
Non si può rimanere indifferenti leggendo le parole che descrivono, con amara lucidità, il suo stato d’animo all’indomani della prigionia:
“Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina reduce dall’inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimenti e spensieratezza”.
Nonostante ciò, delle sue sofferenze, da quelle ferite mai rimarginate, Liliana Segre ha fatto scaturire la forza per intraprendere la sua battaglia personale. Una battaglia volta a reprimere gli abusi, volta a tutelare i deboli, al ripudio di qualsiasi forma di odio.

Dalle ceneri dei campi di concentramento come una fenice ha saputo risorgere.
La testimonianza di Liliana Segre, raccolta tanto nei suoi libri quanto in opere teatrali e cinematografiche ispirate a lei, prima ancora che valore storico ha un’immensa carica dal punto di vista dei valori morali. Offre, infatti, una chiave di lettura svincolata dai suppellettili della vita moderna: indica, con la sua storia e il suo esempio, la via per staccare a morsi l’essenza della vita.
Liliana Segre è stata insignita di numerose onorificenze, vanta la cittadinanza onoraria in undici comuni italiani. Nominata, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 2018 Senatrice a Vita. Riceve, da ultimo, il 27 Ottobre 2020 la Laurea Magistrale Honoris Causa “per il suo impegno nella salvaguardia e difesa dei diritti umani”.
Circa il suo indirizzo politico, alla luce delle recenti vicende, ha avuto modo di affermare la sua posizione, spiegando:
“La politica che investe nell’odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l’accoglienza rende più saggia e umana la nostra società”.
Liliana Segre è un esempio di vita
Oggi parla ai ragazzi delle scuole, con lo sguardo amorevole di una nonna che nasconde un terribile segreto. Insegna ad amare le piccole cose di tutti i giorni che troppo spesso si danno per scontate, come l’affetto dei genitori o il frigorifero pieno. Grazie al suo instancabile lavoro in qualità di Senatrice promuove, inoltre, misure legislative volte a reprimere i fenomeni dell’intolleranza razziale.
Da Liliana Segre si può imparare molto, è l’esempio vivente di una donna con una forza d’animo dirompente, tale da tramutare i tristi abusi subiti in fonte di ispirazione e insegnamento per chiunque abbia l’occasione di conoscere la sua storia.