Uno dei temi più caldi sui tavoli dei principali organi calcistici mondiali – vale a dire quello della Fifa e quello dell’Uefa – è che i calciatori giocano troppo. In passato non era così, ma oggi i tornei sono sempre più numerosi ed impegnativi.
Accordi commerciali e sponsor d’altronde impongono sempre più partite, sempre più eventi nazionali ed internazionali, e quindi di conseguenza sempre più spostamenti. Negli ultimi anni addirittura, per motivi di partnership con paesi esteri, non è raro vedere disputate partite sulla carta “nazionali” al di fuori del proprio stato – si pensi ad esempio alla Supercoppa Italiana, che ha firmato un contratto di 5 edizioni con l’Arabia Saudita.
Ma la verità è che in tutto ciò gli unici che non sorridono mai sono i calciatori.
Giocare troppo danneggia tutti
Troppe partite di calcio? I tifosi ovviamente si godono lo spettacolo, così come i presidenti che nel frattempo incassano denaro.
Chi ne risente in maniera diretta e concreta sono però i giocatori che scendono in campo, costretti a fare sforzi fisici oltre il normale e spesse volte a rischiare un infortunio. Non è difficile capire come le troppe gare giocate riducano la resa dei calciatori, sia da un punto di vista fisico che anche mentale. E questo d’altra non piace a nessuno.
Ecco quindi che giocare troppo abbassa il livello medio delle prestazioni e quindi paradossalmente non fa contenti i tifosi, che pagano il biglietto sì ma il più delle volte non hanno ciò che vogliono; e prima o poi ne risentono anche i presidenti, che sono costretti a fare sempre più mercato per avere rose abbastanza ampie da sopperire ai problemi fisici di tutti.
Per non parlare poi del mondo del calcioscommesse, dove l’integrità fisica o meno di un giocatore in campo può fare tutta la differenza del mondo: chi è solito giocare su https://20bet.icu/it/ infatti, sa bene come sia fondamentale prestare attenzione alle formazioni titolari e agli eventuali assenti per infortunio prima di effettuare le proprie puntate. La presenza o meno di un singolo giocatore può determinare in maniera netta l’esito di un match, e quindi di una scommessa.
Troppe partite abbassano la resa atletica
I preparatori atletici sono figure estremamente importanti all’interno delle squadre di calcio professionistiche: hanno il compito di preparare da un punto di vista fisico i calciatori per tutto l’arco della stagione lavorando su ogni aspetto – corsa, forza, resistenza, rapidità e molto altro ancora. Il grosso del lavoro viene svolto tra luglio e agosto in preparazione alla nuova stagione, poi quando iniziano campionato e coppe il tutto si assesta e i carichi di lavoro calano sensibilmente in maniera graduale.
Il problema però è che la stagione è diventata talmente piena di impegni – soprattutto per le grandi squadre che giocano anche le coppe europee – che allenarsi a dovere è diventato quasi impossibile. Alcuni club giocano infatti ogni 3 giorni e non hanno né tempo né modo di ritrovarsi interamente al centro sportivo ed effettuare le proprie sedute tecniche e atletiche. Questo ovviamente non aiuta la salute dei giocatori, che sono costantemente messi a dura prova da fatiche fisiche eccessive.
Basti pensare che i giocatori corrono in media 10 km a partita, toccando anche picchi di 25/30 km/h durante i 90 e passa minuti in cui rimangono in campo. Per recuperare a dovere hanno bisogno di tempo, oltre che delle dovute tecnologie e pratiche manuali che gli permettono di fornire una prestazione sufficiente anche quando il loro corpo gli sta imponendo di fermarsi.
Il calcio è uno sport molto fisico e molto duro, ma ciò che lo differenzia da tanti altri è la durata del match – oltre che la sua intensità – e le dimensioni del campo da gioco. Questo è il motivo ad esempio per cui i calciatori non possono giocare 80 partite all’anno riposando un giorno sì e uno no come in Nba.