Prima di iniziare questa recensione di Little Noah Scion of Paradise, puntualizziamo un po’ di storia. Cygames, il gruppo di sviluppatori che hanno realizzato il titolo, hanno già lavorato al noto Granblue Fantasy, la cui popolarità è cresciuta nel tempo gemmando in una serie di Light Novel, e una collezione anime e una manga. Non dovrebbe stupire, quindi, la grande cura riposta nella caratterizzazione di protagonisti e avversari, boss e minion da utilizzare in battaglia. Nonché, l’attenzione riservata alla basilare trama che ci muove attraverso gli stage di questo Rogue-Lite. In realtà, un paio (almeno) di motivi ci sono, e risiedono nel team alle spalle di Little Noah.
Infatti, se i nomi di Akihiko Yoshida e Hitoshi Sakimoto non vi dicono niente, sappiate che sono davvero dei pesi massimi nel mondo videoludico giapponese. Ovvero, sono rispettivamente il compositore delle colonne sonore di Final Fantasy Tactics e Final Fantasy XII (tra le varie cose), e l’illustratore e graphic designer di Final Fantasy Tactics, Final Fantasy XII, della serie Nier, e della la serie Bravely (anche in questo caso, insieme ad almeno altri 80 videogiochi da lui illustrati). Avete presente, quindi, quando avete pensato, guardando il trailer, che “è uguale a Bravely Default, WOW, chissà come mai”. Ecco come mai. Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, Little Noah inizia il suo viaggio, almeno quello artistico, con tutte le carte in regola per essere apprezzato.
Catturali tutti?
La piccola protagonista è una maga esperta nell’arte dell’alchimia. Chiaramente, non un’alchimia “realistica”; bensì una forma di alchimia mistica filtrata attraverso i canoni giapponesi del fantasy. Pertanto, la giovane maga è capace di evocare e/o piegare al suo volere delle creature chiamate Lilliputs. Sono loro a rappresentare il principale strumento di offesa/difesa in Little Noah. E sostituiscono pertanto i classici power up casuali; quelli che ogni amante dei Rogue Lite ha imparato ad amare/odiare nel corso di molteplici run rotte/rovinate. In realtà, tra le rovine che Noah si trova a esplorare in cerca di nuove rune per le sue formule ci sono anche altre forme di potenziamento: pozioni, bauli con vari tipi di cristalli ecc.
Cammina cammina, lo schermo si riempirà ben presto di Lilliputs, particellari, esplosioni e numeri rappresentanti i danni inflitti. Data la portata, il costo e la dimensione del titolo, che si fa presto a definire senza dolo INDIE, la varietà di situazioni, ambientazioni e Lilliputs non è eccezionale. Ma quelli che troveremo, di contro, sono stati caratterizzati davvero molto bene. Inoltre, la meccanica di potenziamento dei Lilliputs mano mano che accumuliamo eventuali duplicati degli stessi, si sposa bene con la non eccessiva varietà di cui sopra. Oh, non pensate male però: non significa che non siano disponibili abbastanza Lilliputs da soddisfare i completisti e i collezionisti. Tuttaltro. Semplicemente, se paragonassimo Little Noah Scion of Paradise ad altri Rogue, e accomunassimo i Lilliputs ai potenziamenti, Little Noah non credo vincerebbe il confronto meramente quantitativo.
Sul piano qualitativo, invece, avrete capito che il discorso è ben diverso. Possiamo controllare direttamente solo alcuni degli attacchi “ad attivazione” dei Lilliputs. Mentre gli altri sono eseguiti in automatico. Personalmente, per quanto probabilmente si tratti solo di una meccanica semplificativa per il gameplay, l’ho apprezzato come elemento additivo di un layer strategico. Decidere chi usare direttamente, e chi invece no, combinando i poteri di ogni Lilliput per creare combo e sinergie è il cuore della soddisfazione in Little Noah Scion of Paradise. Anche se nella maggior parte dei casi, una volta trovato un Lilliput di livello nativo 3 (il massimo) il più è fatto; e sarà cioè opportuno far girare la strategia intorno ai suoi poteri e le sue abilità.
E se proprio non aveste voglia di ragionare sulla vostra line up di Lilliputs, potete anche lasciar decidere al gioco come schierare quelli in vostro possesso. Tuttavia, perderete la possibilità di sfruttare debolezze elementali e sinergie particolari di cui il sistema di selezione automatico non tiene sempre conto adeguatamente. Limitandosi a schierare i Lilliputs più forti sul piano statistico.
Little Noah Scion of Paradise Recensione, adatto davvero a tutti
Little Noah Scion of Paradise è un titolo molto interessante, che in fase di redazione di questa recensione mi ha sorpreso come non avrei mai creduto. Il costo contenuto è di appena 15€ circa; a fronte di una grande qualità artistica e ludica potrebbero farne una insperata mini-hit del panorama INDIE. Quantomeno su Nintendo Switch. La scelta del genere Rogue-Lite, poi, è perfetta per garantire che Little Noah consenta un’elevata rigiocabilità, a fronte di una quantità pura di contenuti non proprio vastissima.
Chiudono il quadro complessivamente molto positivo una selezione di difficoltà ben ponderata. Che permette ai neofiti del genere di non impazzire, e ai veterani di trovarsi a confronto con una sfida adeguata alla loro esperienza. Nonché una varietà di situazioni ludiche soddisfacente, tra platform, scontri con i boss e situazioni più affollate di minion e simili. Tutte egualmente ben organizzate ed equilibrate, il che non è poco. Non è raro, infatti, che titoli INDIE meno impegnati preferiscano concentrarsi su pochi e selezionati aspetti principali del gameplay, lasciando indietro gli altri.
A chiusura di questa recensione, posso quindi affermare che Little Noah Scion of Paradise è essenziale ed efficiente. L’emblema del Less is More? Non proprio. Nel suo essere divertente da giocare e con modelli in game e illustrazioni disegnate per dialoghi et similia che vanno dal “gradevole” al “molto bello”, preferisce però puntare sulla qualità. Piuttosto che sulla quantità. Non ho nominato la colonna sonora fino a questo momento, solo perché non credo ci siano dubbi sulla qualità del lavoro di Akihiko Yoshida, no? Ecco. In definitiva, mi sento davvero di consigliare a tutti gli amanti del genere Rogue un giro sul delizioso e nipponicissimo circo di Little Noah Scion of Paradise. Magari non il più originale dei titoli usciti nel 2022, né il più mastodontico. Ma probabilmente, uno dei giochi con il miglior rapporto qualità prezzo (pieno, non scontato) presentati ultimamente nel corso dei Nintendo Indie Direct recenti.
LITTLE NOAH SCION OF PARADISE RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH OLED
+Direzione artistica e musicale d’autore
+Rapporto qualità prezzo eccellente
+Selezione della difficoltà soddisfacente, buona varietà di situazioni
-Quantitativamente, non è uno dei Rogue più longevi sul mercato
-Manca la localizzazione in italiano