Remake Disney in live action e tante domande da parte del pubblico affezionato, che ancora si chiede quale sia (e se c’è) una la formula giusta per i nuovi film Disney che fanno brontolare chi si aspetta di vedere adattamenti cinematografici identici all’originale.
Sempre aperto il dibattito che lascia riflettere sul perché in casa Disney si continuino a sfornare live action. E come mai, spesso, lo si faccia prendendo scelte estetiche o stilistiche tanto diverse da quanto fosse stato studiato anni prima. Cambia la società, cambia il mondo, cambiano gli autori, gli artisti, cambia il modo di rappresentare le storie. Se non lo si chiamasse live-action, ma “rielaborazione ispirata al film …. ” farebbe molta differenza agli occhi di chi, sui social, commenta, studia, giudica spesso i live action in uscita? E ancora, ha veramente senso paragonare questi film ai rispettivi originali lungometraggi animati?
Uno dei trucchi più efficienti per gustare questi prodotti al meglio è cercare di discostarsi il più possibile da quanto già visto, per non ricevere influenze o termini di paragone durante la visione, per poi tirare le somme.
Remake Disney in live action, Peter Pan 2003: più spessore ai film con gli attori
Il mondo d’animazione regala magie ed espressività strabilianti. Pensiamo soltanto allo sguardo, l’espressività donata al regno animale dal mondo Disney (dai protagonisti della carica dei 101, al Re Leone, a Robin Hood). Casi peculiari, questi, nei quali i live action, se messi a confronto, sono stati destinati a perdere agli occhi del pubblico, anche più degli altri “soliti paragoni” a livello di trama che spesso vengono sottolineati dai fan.
Tuttavia esiste un film che porta il nome di un grande classico d’animazione Disney privo di così tante polemiche da parte del pubblico. Stiamo parlando di Peter Pan, il film del 2003 diretto da P. J. Hogan con protagonisti Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia WilliamseLudivine Sagnier. Dimentichiamo per un attimo Le avventure di Peter Pan (1953).
Qui non vediamo più rappresentati il protagonista quasi-folletto in calzamaglia verde e la Trilly bionda dai tratti iconografici ispirati a Marylin Monroe.
La storia di Peter Pan è si fiabesca, ma non tralascia i tratti di ambiguità e di oscurità nel corso della storia. Le sirene non sono semplicemente delle fanatiche dispettose, i pirati non sono delle buffe macchiette che cantano a bordo della nave. Gli antagonisti sono malvagi, le creature sono rappresentate con dei toni più cupi e il film ci regala un buon esempio di genere fantasy che ha la capacità di attirare lo spettatore lungo tutto il corso della narrazione, donando al film un’atmosfera decisamente più intrigante. Lo stesso protagonista, Peter, non è perfetto, affabile e gentile, come il “principino eroico”, presentato nel primo lungometraggio animato Disney.
Gli approfondimenti psicologici dei personaggi bambini sono stati toccati con cura e hanno rivolto l’attenzione sulla paura, il significato e l’ansia nel dover accettare di crescere. Peter è fragile, presuntuoso, dispettoso ed è anche piuttosto insicuro: sulla pellicola mostra tutti i suoi difetti.
Neanche Capitan Uncino, l’antagonista, è privo di significato e spessore in questa rappresentazione cinematografica. E’ un riflesso inquietante della crescita, la paura della vecchiaia e della morte: l’incubo che tormenta Peter. Il personaggio interpretato da Jason Isaacs è malvagio e carismatico (niente a che vedere con il buffo Giacomo Uncino del cartone, ripreso nelle continue gag tra il compagno Spugna e l’ingordo coccodrillo). Lo stesso attore ha recitato nei panni di Mr. Darling, il padre di Wendy, proprio come tradizionalmente si usa fare per le rappresentazioni teatrali di Peter Pan.
Live action uguale al film d’animazione, si vince così?
E’ forse arrivato il momento di tirare le somme? Il live-action deve essere necessariamente identico al cartone animato di riferimento per essere un prodotto vincente? No. Ci sono molti tratti positivi di questo film del 2003. Siamo ancora tanto sicuri sia difficile fare dei live-action soddisfacenti o ben accolti dagli spettatori? No.
Il film è stato, per tutte le ragioni elencate, molto acclamato dal pubblico, quasi mai accostato con paragoni al cartone animato del 1953 e, allo stesso tempo, etichettato negli anni come una delle rappresentazioni più fedeli del romanzo di J. M. Barrie. Dunque la chiave vincente del film è stata da una parte, l’accuratezza nel riprendere elementi accattivanti dell’opera letteraria e, dall’altra, fornire maggior profondità alla storia e ai personaggi, diversamente da quanto si è fatto nel cartone animato.
Aggiungere elementi di sviluppo psicologico e un approccio leggermente più adulto verso certe tematiche, senza però stravolgere nella sostanza la trama di base, potrebbe essere quindi la chiave vincente e quella più richiesta dallo spettatore per creare dei live action memorabili.
Bisognerebbe chiedersi: cosa ha tralasciato il cartone animato? Che valore aggiunto si può dare attraverso l’interpretazione e l’espressività del film recitato dagli attori? Quali sono gli elementi letterari importanti da mettere in risalto, ma che sono stati messi in secondo piano precedentemente? “Riempire” i nuovi film con dettagli di accuratezza e profondità potrebbe rivelarsi davvero una formula vincente per i remake di domani.
Cast e rappresentazione: il solito “tasto dolente”
I remake Disney in live action potrebbero imparare molto da “Peter Pan” del 2003? Si, ma è bene riflettere su tematiche di rappresentazione e scelte di cast, per cui spesso si scatenano bufere e critiche sui social.
Ricordiamo che la fiaba è mito, rielaborazione, rappresentazione di un nucleo centrale e con diversi elementi e rami, nati ogni qual volta questo venga raccontato. Di bocca in bocca, cambiano gli elementi, si stravolgono, mutano e si identificano man mano tra popoli e provenienze differenti da ogni parte del mondo. E’ bene quindi che ognuno e “a turno” si possa rivedere rappresentato e incluso nelle “eterne storie di sempre”, anche se i protagonisti hanno “tratti e colori” diversi da quelli dei cartoni animati? Si.
“Una volta ciascuno, non fa male a nessuno”.
D’altronde, non si sono scatenate poi così tante lamentele da parte del pubblico, dopo la comparsa sullo schermo dell’ ammiccante e giovanissimo Peter Pan interpetato da Jeremy Sumpter: con occhi azzurri, biondo e dal taglio sbarazzino.
In attesa dell’uscita del live-action La Sirenetta, chiediamoci il perché.
Articolo di Sofia Pucciotti
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