Secondo QS Best Student Cities, classifica mondiale di città universitarie pubblicata annualmente da Quacquarelli Symonds, Londra svetta per la qualità di vita degli studenti. Giunta ormai alla sua decima edizione, la classifica ha confrontato oltre 140 città studentesche di almeno 250 mila abitanti. E’ da ben quattro anni che Londra detiene gli allori, secondo QS. L’Italia, che si presenta con le sole Milano e Roma, rispettivamente al 48esimo e al 74esimo posto, sembra perdere progressivamente appeal per gli studenti. La classifica riguarda sia la qualità di vita che la “desiderabilità” da parte degli studenti universitari, tra opportunità di lavoro post-laurea, accessibilità, rapporto tra costi e servizi offerti. Sotto Londra, Monaco e Seoul. 98mila gli ex e i futuri studenti partecipanti al sondaggio.

Lontanissime dal podio QS Milano e Roma, città “scomode” per gli studenti internazionali: le ragioni? Costi elevati e pochi servizi

Due città tedesche, due britanniche, due australiane, due orientali e due europee: questa la top ten delle città universitarie mondiali secondo Quacquarelli Symonds, che ha chiesto a oltre 98mila tra futuri e passati studenti di classificare le città in cui hanno vissuto durante la loro parentesi universitaria. A quanto pare, Londra sembra essere il paradiso degli studenti internazionali, e lontani dal podio città statunitensi, seguite a ruota da città canadesi. Le ragioni della vittoria londinese sono abbastanza facili da rintracciare: un gran numero di atenei di alto livello, un elevato fermento culturale, un buon rapporto qualità e quantità dei servizi e prezzo offerto. Ci sarebbe anche da aggiungere che le prime Università londinesi confrontate da QS sono, de facto, sponsorizzate. Ma passiamo oltre.

Guardando alle città italiane, per QS Milano e Roma non superano il vaglio degli studenti internazionali, che denunciano la poca accessibilità: questa la ragione dietro la progressiva svalutazione delle italiane, che perdono rispettivamente due e cinque posizioni rispetto al sondaggio dello scorso anno. Milano, rispetto a Roma, si classifica meglio riguardo alle possibilità di reclutamento e scouting delle aziende direttamente nelle Università. Ma le città italiane, secondo gli studenti, costano troppo e offrono troppo poco. Non poli educativi a livello mondiale. Nessuna menzione italiana nemmeno tra le 100 Università migliori al mondo, secondo la classifica compiuta sempre da QS. Rimane comunque aperta la questione “trasparenza” del sondaggio: le sei categorie della “metodologia” QS sono “Ranking Universitario”, “Student Mix” (ovvero, percentuale di studenti in città), “Desiderabilità”, “Attività di Lavoro”, “Accessibilità”, “Voce studentesca”.

Perché i sondaggi sono da prendere con le pinze, soprattutto se poco trasparenti e “sponsorizzati”: QS è davvero affidabile?

E’ però necessario prendere le giuste distanze critiche da ogni sondaggio. Perché nessun sondaggio è davvero obbiettivo. Gli studenti sono un gruppo eterogeneo guidato da istanze politiche, gusti personali, disponibilità economiche molto diverse tra di loro. Gli studenti di un’Università privata e quelli di un’Università pubblica hanno preferenze diverse. Desta qualche sospetto di oggettività non solo la poca trasparenza adoperata da QS, ma anche la quantità di offerte sponsorizzate relative ai corsi di studi censiti dall’agenzia. Un’Università è più affidabile solo perché paga di più? Forse, prima di poterci affidare a queste classifiche dovremmo chiederci di più dell’affidabilità di chi le indìce. Insomma, prendiamo i risultati “con le pinze”.

Alberto Alessi

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