La scorsa settimana il New York Times ha deciso di pubblicare un articolo poco gradito “Look What We Made Taylor Swift Do” riguardo la sessualità di Taylor Swift, chiedendosi per l’ennesima volta se fosse lesbica o no, o perlomeno bisex. Secondo l’articolo, c’era tutta una ideologia riguardo i colori e l’aesthetic dei suoi album, che confermavano questa teoria, soprattutto grazie a Lover, apertamente LGBT, che avrebbe evocato “sottilmente la bandiera dell’orgoglio bisessuale”. Ma perché questo accanimento sulla sua sessualità sin dalla notte dei tempi della sua carriera? Si chiama misoginia.
L’ossessione dei media USA per la sessualità di Taylor Swift é (per l’ennesima volta) misoginia
Ma non è affatto una novità. In tutto il periodo in cui lei era sempre insieme a Karlie Kloss e aveva la sua girl squad, i media americani non facevano altro che speculare sulla sua sessualità, e essendo convinti che tra le due ci fosse una storia. E la stessa Taylor, nello scrivere la intro di 1989 (Taylor’s Version) aveva sottolineato quanto l’accanimento sulla sua sessualità a quei tempi le avesse fatto del male. Eppure i media USA continuano.
Tornando ai giorni nostri, secondo un rapporto della CNN, una fonte vicina alla Swift ha condannato l’articolo, osservando: “Sembra che non ci sia alcun limite che alcuni giornalisti non vogliano superare quando scrivono di Taylor, indipendentemente da quanto sia invasivo, falso e inappropriato”.
Certo non è la prima volta che accade. Anzi. In realtà accade sempre. Sin dai tempi di Madonna e Britney che col bacio ai VMA dei 2023 avevano cominciato a discutere interrottamente della loro omosessualità, o l’omosessualità di Miley Cyrus solo perché aveva i capelli molto corti, spesso solo perché le donne erano particolarmente amiche o avevano vestiti o look più “mascolini”, allora bisognava per forza discutere della loro sessualità. Il problema sta proprio qui. E’ che al patriarcato da fastidio che le donne facciano gruppo, che siano amiche. E seconda cosa che non piace al patriarcato è che le donne che siano etero, che siano bisex, o qualsiasi altra cosa loro vogliano essere, non possano cercare piacere in uno spazio senza uomini.
E continuare ad indagare sulla sessualità altrui, se nessuno gliel’ha chiesto, è ancora il segnale che quella società intrisa di patriarcato, è onnipresente. E che le donne fanno paura ai maschi. Soprattutto chi quest’anno è diventata Persona dell’anno.
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