Durante la guerra del Golfo nel 1990, alle donne venne proibito di guidare un automobile. Lo sa bene Loujain Alhathloul, arrestata nel 2014 e nel 2018 per aver guidato un auto e per il suo impegno di attivista. Oggi è anche una personalità social e compare tra le 100 persone più influenti del 2019, secondo il Time.
Oggi, noi BRAVE abbiamo deciso di farvi conoscere la storia di questa donna.
Women To Drive: la campagna di Loujain Alhathloul
Loujain al-Hathloul nasce nel 1989, si laurea alla University of British Columbia e nel 2014 inizia il suo percorso di attivismo. Il suo impegno politico si è concetrato principalmente sul diritto delle donne arabe di poter guidare, e la campagna prende il nome di Women To Drive. Il diritto di guidare è infatti un passo fondamentale verso l’emancipazione femminile: oltre al valore simbolico, significa anche essere libere negli spostamenti, e sfuggire più facilmente al controllo di mariti e famiglie.
È stata arrestata la prima volta il primo dicembre del 2014, perchè ha tentato di attraversare in auto il confine degli Emirati Arabi Uniti.
Nel 2018 viene arrestata di nuovo, ma questa volta il motivo non viene dichiarato ufficialmente. Probabilmente si tratta di una manovra per eliminare un personaggio scomodo, che ha tentato anche di candidarsi per le elezioni locali saudite, ma le venne impedito.
Lo sciopero della fame
Secondo Amnesty International, la donna in carcere avrebbe subito stupri e torture. Quest’ipotesi è ampiamente avallata da quello che videro i famigliari di Loujain al-Hathloul, durante la loro visita: le gambe della figlia erano piene di lividi, tremava e non riusciva a stare seduta. La sorella, in un tweet, affermò:
“My parents had a visit with Loujain today – it was not a good meeting. Loujain needs our support as she is going on a hunger strike. We will be releasing an action to support Loujain ASAP”
(I miei genitori hanno fatto visita a Loujain oggi e non è stato un bel momento. Loujain ha bisogno del nostro supporto per lo sciopero della fame che sta facendo in difesa dei nostri diritti)
Da quando è scoppiata la pandemia mondiale, alle donne in carcere è proibito sia ricevere visite che telefonate. Per questo il 26 ottobre del 2020 Loujain ha iniziato uno sciopero della fame, per chiedere di contattare la famiglia, almeno telefonicamente. Il motivo per cui questa richiesta è così importante, sono proprio i maltrattamenti che la donna ha subito e subisce in carcere. Senza la possibilità di poter comunicare, gli aguzzini sono ancora più liberi di agire. Loujain si trova ora torturata, stuprata e in completo isolamento. Come lei, moltissime altre donne.