Lunedì 4 novembre, al Teatro Sala Umberto di Roma, ha debuttato l’Angelo Bugiardo, spettacolo musicale ed ironico che racconta la storia del mitico Lucio Dalla attraverso le sue bugie.
Chi l’ha detto che si deve dire la verità?
Beh, probabilmente nessuno che conoscesse a fondo Lucio Dalla.
Sono tanti gli aneddoti che raccontano di questa spiccata capacità del grandissimo cantautore italiano di mentire, utilizzando piccole bugie, spesso divertenti ed esilaranti, che potessero movimentare la giornata.
Ed ora, questo suo grande quanto insolito talento, viene utilizzato in maniera altrettanto ironica per portare sulla scena la storia della sua vita, la storia di una luce intramontabile della musica italiana che vive ancora, accesa più che mai su tutti noi.
Lo spettacolo Angelo Bugiardo ha debuttato al Teatro di Via della Mercede di Roma, diretto da Duccio Forzano in collaborazione con il produttore discografico Gianni Salvioni il 4 novembre, raccogliendo grandissimi consensi dalla critica grazie alla grande interpretazione di Enzo Paci e agli spettacolari duetti sul palco.
IL MITO DI LUCIO DALLA
Un genio: così la madre definiva questo ragazzo particolare, sopra le righe, che andava male a scuola ma che era pieno di idee, tanto da lasciarlo andare da solo all’età di 15 anni a Roma per cercare la sua strada.
Dopo aver fatto dell’arte la sua vita, prima nel collegio di Treviso tra recite scolastiche ed intermezzi musicali, e poi a Bologna, dove era entrato a far parte di diverse band musicali jazz, viene convinto da Gino Paoli a cercare la strada da solista.
Ed è così che a 21 anni una delle più grandi voci della musica italiana nasce (nonostante il primo incidente di percorso, sul quale lo stesso cantautore rise anni dopo, durante il suo esordio dove, al Cantagiro, gli vennero lanciati frutta e ortaggi).
Incide il suo primo album 1999 e partecipa al Festival di Sanremo (con cui ebbe un rapporto di odio e amore per tutta la sua vita).
Da qui un successo dopo l’altro: come non citare 4/3/1993. Un brano che è diventato leggenda e che ancora riecheggia tra gli edifici rossi di Bologna.
E poi Piazza Grande, e la collaborazione con Roversi, Futura (qui trovi l’articolo) ed il famosissimo ed emozionante brano Caruso, grazie al quale il successo di Dalla divenne mondiale.
E ancora la collaborazione alla fine degli anni ’80 con l’amico Morandi, e il cambiamento di stile e sound, che ora verte verso il pop, per poi darsi alla pazza gioia con la sperimentazione durante i Duemila.
Ed infine la morte, improvvisa, il primo marzo del 2012 a causa di un infarto a quasi 70 anni in Svizzera.
Un artista senza precedenti e probabilmente senza eguali, una delle voci della musica italiana più innovative di sempre, sia come cantante che come strumentista.
Un musicista a tutto tondo che suonava il pianoforte, il sassofono, il clarinetto; colui che dava vita a quella musica che richiamava un po’ il free jazz e che lo ha portato a collaborare con jazzisti del calibro di Michel Petrucciani e Thelonious Monk.
Uno dei pochi cantanti capaci di usare la tecnica scat, tipica del blues e del jazz, che gli è valsa la nomina da parte di Gino Paoli di primo cantante italiano soul della storia.
Un genio irripetibile della musica, ma anche una persona interessante, piena di vita, di amici, e, perché no, anche di stranezze.
L’ANGELO BUGIARDO: L’OMAGGIO AL GENIO DELLA MUSICA
Raccontare Lucio Dalla attraverso le sue bugie è una cosa che lo avrebbe divertito molto. Per lui mentire era una virtù e ammirava molto chi riusciva a farlo senza scoprirsi oppure scoprendosi volutamente, come penso lui a volte facesse, per vedere se l’altro lo avrebbe contraddetto.
Queste le prime parole del produttore Gianni Salvioni, che spiega con che intenzione nasce il progetto teatrale L’Angelo Bugiardo andato in scena, in prima nazionale, al Teatro Sala Umberto di Roma lo scorso lunedì 4 novembre.
Se io fossi un angelo chissà cosa farei: Lucio Dalla se lo chiedeva e Gianni Salvioni lo mette in atto, dando vita ad uno spettacolo emozionante, divertente e ricco, con la direzione di Duccio Forzano e l’interpretazione magistrale di Enzo Paci, che impersona il cantautore bolognese.
Si tratta di un omaggio a Lucio Dalla e alla sua melodica poesia tra le note live sul palcoscenico e l’ironia di questo suo particolare e insolito talento: l’arte del saper mentire.
Aneddoti non poco singolari circolano intorno al suo nome: per citarne uno dei tanti, pare che Ron scrisse per Dalla la canzone Occhi di ragazza, e, dato che il brano non venne ammesso al Festival di Sanremo, Lucio la propose a Gianni Morandi, inventandosi fosse stata scritta appositamente per lui.
Si tratta di una storia malinconica, di sorrisi strappati durante lo spettacolo sui volti di chi, Dalla, lo aveva conosciuto bene.
Lucio Dalla sulla scena è un cherubino menzognero che si diverte a giocare con gli spettatori raccontando piccole e divertenti curiosità.
A partecipare allo show poi, artisti del calibro di Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro, che duetta nel brano Futura, il grande ballerino Kledi Kadiu, che regala un’esibizione magistrale sulle note di Balla Balla Ballerino e una seconda, assieme alla moglie Charlotte Lazzari, sugli accordi di Anna e Marco.
Lo spettacolo sarà nuovamente in scena in altre città italiane fra cui Bari, Napoli, Bologna, Como e Sanremo.
Una notte speciale, contornata da ricordi, da risate amare e da qualche lacrima di commozione. Una notte che ricorda una delle stelle più lucenti di questo Paese che non si è mai davvero spenta, che vive nei cuori di ognuno di noi.
E quindi, Lucio Dalla, sì, questa notte noi abbiamo solo te.