Lucrezia Borgia (1480-1519) fu duchessa di Ferrara e simbolo del Rinascimento. Figlia di papa Alessandro VI è considerata una figura controversa. Tuttavia la vita trascorsa a Ferrara ne tramanda un’immagine molto differente.
Figlia illegittima di papa Alessandro VI, fu una figura discussa del Rinascimento italiano. Quando il padre ascese al soglio pontificio la dette in sposa a Giovanni Sforza, ma – in seguito all’annullamento del matrimonio – sposò Alfonso d’Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli. Un cambiamento delle alleanze – che avvicinò i Borgia al partito filo francese – portò all’assassinio di Alfonso, su ordine di Cesare Borgia.
Dopo un periodo di lutto, Lucrezia partecipò alle trattative per le nuove nozze con Alfonso I d’Este, primogenito del duca Ercole I di Ferrara. Alla corte estense Lucrezia fece dimenticare la sua origine di figlia illegittima, i matrimoni falliti e il passato turbolento. Si distinse per bellezza ed intelligenza, facendosi ben volere dalla popolazione ferrarese.
Gli splendidi anni ferraresi di Lucrezia
Lucrezia Borgia fu una castellana perfetta, raggiunse la fama di abile politica e diplomatica. Si dimostrò all’altezza d’incarichi importanti, ottenendo la fiducia del padre e del marito, il quale le affidava la conduzione del ducato quando era fuori città. Assunse quindi responsabilità politiche normalmente estranee alle donne del suo tempo. Il pontefice nel 1499 le affidò la carica di governatrice dei territori papali di Spoleto e di Foligno. Un episodio unico nella storia delle donne.
Nonostante il dolore per le numerose perdite dei suoi bimbi in fasce, si occupò con amore del ducato di Ferrara, di cui divenne duchessa nel 1505. La sua attività di amministratrice s’intensificò tra il 1509 e il 1513 con l’ambizioso programma di risanamento delle finanze di Ferrara. Lucrezia fu anche un’attiva mecenate: accolse a corte umanisti come Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino e Ercole Strozzi. Morì nel 1519 a trentanove anni, per via delle ennesime complicazioni dovute ad un parto.
La duplice reputazione di Lucrezia Borgia
La figura di Lucrezia ha assunto varie sfumature nel corso della Storia. Per la storiografia ottocentesca i Borgia incarnavano il simbolo della politica machiavellica e della corruzione sessuale, attribuita ai papi rinascimentali. La reputazione di Lucrezia si offuscò in seguito all’accusa di incesto, rivolta da Giovanni Sforza alla famiglia della moglie, e alla fama di avvelenatrice.
Un giudizio smentito dai suoi contemporanei. Un corrispondente di Isabella d’Este la reputava «donna di gran cervello, astuta». Gli ambasciatori del duca Alfonso si sorpresero della sua intelligenza e un delegato del duca Ercole d’Este scriveva:
«Sembra che la duchessa sia molto prudente, e più abile a sbrigare gli affari correnti che a divertirsi […] la piacevolezza delle maniere e il modo grazioso di porgersi […] fanno che nulla di sinistro si debba o si possa sospettare di lei».
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