Ludovico Einaudi fa musica classica? Difficile dare una risposta secca. Possiamo dire che il compositore torinese ha una formazione classica, portata a compimento presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Alunno di Luciano Berio, uno dei compositori d’avanguardia più importanti del panorama europeo, Einaudi si predispone all’apertura verso una sperimentazione musicale.
Trovo sia stimolante cercare nuove direzioni, qualcosa che si rinnovi: nel percorso di un artista c’è sempre il desiderio di trovare una nuova sintassi, di aprire ulteriori prospettive sia per sé che per gli altri.
Figlio di Giulio Einaudi e nipote di Luigi Einaudi, ex presidente della Repubblica italiana, Ludovico inizia la sua carriera da compositore di musica classica scrivendo per il teatro: collabora con il Teatro alla Scala e partecipa a diversi festival. Mentre lo stile musicale che l’ha reso celebre va definendosi, negli anni Novanta Einaudi inizia a scrivere anche per il cinema, componendo le colonne sonore di Acquario e Da qualche parte in città di Michele Sordillo.
Ludovico Einaudi, il successo con Le onde
Il successo internazionale per il compositore torinese arriva con Le onde, lavoro in cui lo stile che l’ha reso famoso è ben definito.
Se fosse una storia sarebbe ambientata sul lungomare di una spiaggia lunghissima. Una spiaggia senza inizio e senza fine. La storia di un uomo che cammina lungo questa riva e forse non incontra mai nessuno. Il suo sguardo si sofferma ogni tanto ad osservare qualche oggetto o frammento portato dal mare, le impronte di un granchio, un gabbiano solitario. Il paesaggio è sempre la sabbia, il cielo, qualche nuvola il mare. Cambiano solo le onde, sempre uguali e sempre diverse, più piccole, più grandi, più corte, più lunghe
Le onde è caratterizzato da sonorità minimaliste e ambient. Lo stile dell’album, malinconico e profondo, si può rintracciare anche in lavori successivi come I Giorni e Una mattina. Con In a Time Lapse, Elements e Seven Days Walking, Ludovico si addentra nel mondo della sperimentazioni, andando alla ricerca di nuovi suoni, pur mantenendo la sua impronta caratteristica.
Un genere musicale non etichettabile
C’è chi definisce la musica di Ludovico Einaudi come classica (spesso chiamata “musica colta” nel panorama contemporaneo); altri etichettano il compositore di Divenire come musicista contemporaneo; altri ancora parlano addirittura di stile “enaudiano”.
I generi che potrebbero rispecchiare più fedelmente la musica di Einaudi sono il postminimalismo, un’evoluzione melodica del minimalismo, e la popular music. La struttura semplice e la scorrevole fruizione dei suoi brani, potrebbero avvalorare questa teoria; tuttavia lo stesso compositore non vuole essere etichettato con un genere in particolare. L’unica certezza in questo dibattito è che, a prescindere dalle influenze stilistiche, la musica di Ludovico Einaudi funziona alla perfezione.
Matteo Tarragoni