Wolfang Abel, noto anche come “Ludwig” è stato trovato giovedì mattina a terra, privo di sensi, dalla signora che accudisce l’anziana madre con cui l’uomo vive ad Arbizzano. Assieme a Marco Furlan fu condannato per 15 omicidi tra il 77 e l’84
Wolfang Abel noto come “Ludwig” è stato trovato privo di sensi, ora è in coma
Malore per Wolfang Abel, l’uomo che insieme a Marco Furlan dispensò morte sotto la sigla “Ludwig“, negli anni tra il 1977 ed il 1984 . Il sessantunenne è stato trovato giovedì mattina nella sua abitazione a Monte Rico di Arbizzano, nel comune di Negrar sito nel veronese. Ha trovarlo riverso a terra privo di conoscenza, è stata la badante che assiste l’anziana madre, con cui l’uomo convive. La donna ha prontamente allertato il 118, ed un’autoambulanza con automedica si è recata nell’abitazione della famiglia.
Abel sarebbe caduto a terra, parrebbe a seguito di un malore. Nella caduta avrebbe sbattuto violentemente la testa, il che gli avrebbe causato un violento trauma cranico. L’uomo si trova ora in gravi condizioni. E’ ricoverato nella terapia intensiva nell’ospedale di Borgo Trento al Polo Confortini, in coma. I medici stanno attendendo il trascorrere delle ore per decidere se sia necessario o meno sottoporre il paziente ad intervento chirurgico.
Chi è Wolfang Abel, “Ludwig”?
Wolfang Abel, venne condannato a 27 anni di carcere assieme a Marco Furlan per la catena di delitti rivendicati tra il 1977 e il 1984, sotto la sigla neonazista “Ludwig”. Figli dell’alta borghesia, i due si conobbero alle superiore, trovandosi presto concordi circa la necessità di ripulire il mondo da tutto ciò che a loro avviso risultava “deviato” come prostitute, barboni, tossicodipendenti.
Il loro rapporto proseguì anche oltre la scuola e si consolidò. Il 25 agosto 1977 commisero il loro primo crimine, rinchiusero il nomade senzatetto Guerrino Spinelli nella sua Fiat 126 e la incendiarono. Da lì in poi proseguirono con altri delitti, fino al 4 marzo 1984 quando vennero scoperti con una tanica in mano nell’intento di appiccare il fuoco in una discoteca, mentre circa 400 persone stavano festeggiando l’ultimo giorno di carnevale, erano vestiti da Pierrot per confondersi tra gli altri.
“L’ho fatto”, disse durante un’intervista, e liquidò l’episodio con “un atto di vandalismo”. Ma fu proprio nel corso delle indagini sulla discoteca, che emersero elementi che portarono alle accuse per Abel e Furlan di alcuni omicidi rivendicati da “Ludwig”.
Nel 2016, dopo 32 anni, tra i 23 scontanti in carcere (era uscito nel 2006), gli arresti domiciliari e la libertà vigilata, Abel era tornato completamente libero. Era stato giudicato da una perizia “non più pericoloso”, il giudice di sorveglianza di Verona decise quindi per la revoca dell’ultima misura di sicurezza applicata nei suoi confronti. Durante la detenzione si era laureato in matematica.
Il suo complice Marco Furlan, alla vigilia della sentenza della Cassazione fuggì e fu poi arrestato a Creta, nell’estate del 1995. Lavorava come impiegato in un’agenzia di noleggio auto quando venne riconosciuto da un veronese in vacanza lì che allertò la polizia, fu scarcerato nel 2010, dopo la detenzione nel carcere di Opera di Milano.
Abel si è sempre proclamato innocente, ma sta di fatto che dopo i loro arresti, “Ludwig” smise di uccidere. “Adesso posso finalmente dirlo: sono stato perseguitato dai giudici fin dall’inizio dell’inchiesta sulle vicende “Ludwig“, i giudici hanno creato indizi su di me, mai comprovati”, disse nel 2009. Sia lui che la sua famiglia sono sempre stati molto gentili con i giornalisti che da anni si presentano alla loro porta.