Luigi Calabresi, martire per la giustizia

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Di Marianna Soru

Luigi Calabresi è stato un poliziotto e funzionario di polizia, commissario capo e successivamente vice capo dell’Ufficio politico. Scompare nel 1972 a Milano in un attentato. Alcuni dei responsabili confessano la colpa solo nel 1988. Uomo di grandi valori e integrità morale, riceve la beatificazione nel 2007 per mano di Papa Paolo VI. È stato anche definito difensore eroico del bene comune da Papa Giovanni Paolo II.

Nato a Roma il 14 novembre 1937, si laurea in giurisprudenza nel 1964. Rifiuta la carriera forense, confessando di aver sempre avuto la vocazione di entrare in polizia. Prende servizio a Milano un anno dopo la laurea, nel 1965. Si occupa sin da subito di indagini sulla sinistra extraparlamentare. In particolare, sorveglia e indaga su alcuni gruppi di anarchici e maoisti.

L'omicidio di Luigi Calabresi, 1972 - PhotoCredit ©  milano.corriere.it
L’omicidio di Luigi Calabresi, 1972 – PhotoCredit © milano.corriere.it

Luigi Calabresi e il caso Pinelli

Calabresi partecipa alle indagini sulla strage di piazza Fontana a Milano. Il terribile evento avviene nel centro del capoluogo lombardo il 12 dicembre 1969, causando la morte di 17 persone. La polizia accusa e cattura l’anarchico Giuseppe Pinelli. Purtroppo, muore dopo essere precipitato dalla finestra dell’ufficio del commissario: si dice che nella stanza fosse presente anche Luigi Calabresi. Il poliziotto è quindi accusato, insieme ad alcuni colleghi, di aver ucciso Pinelli.

A seguito dell’assurda morte, Calabresi riceve una strana attenzione mediatica. Inoltre, è oggetto di critiche, in particolare da gruppi anarchici e di estrema sinistra. Inizialmente si parla di suicidio, poi di omicidio: alla fine la sua è una morte accidentale. Fortunatamente, Luigi Calabresi viene assolto nel 1975. Dimostra di non essere stato nella stanza al momento dell’incidente.

La targa in onore di Luigi Calabresi a Milano - PhotoCredit: © libertaepersona.org
La targa in onore di Luigi Calabresi a Milano – PhotoCredit: © libertaepersona.org

L’omicidio e le commemorazioni

Nonostante la carriera onorevole, l’assoluta integrità e la dedizione al lavoro di Luigi Calabresi, il poliziotto perde la vita in un evento drammatico. Il 17 maggio 1972 è assassinato a Milano, proprio davanti alla sua abitazione. Almeno due persone gli sparano alle spalle, proprio mentre sale in macchina per andare a lavoro. Aveva solo 34 anni. Probabilmente, l’attentato è una rivendicazione della morte di Giuseppe Pinelli, anche se la pista iniziale riguarda alcuni personaggi dell’estrema destra. Solo nel 1988 confessa finalmente uno dei colpevoli, Leonardo Marino.

La scomparsa del poliziotto non ferma i moti estremi dei gruppi anarchici. Infatti, a un anno della sua morte, alcuni fanatici irrompono alla sua commemorazione. Lanciano una bomba e gridano vendetta, affermando che il poliziotto era solo il primo di tanti. Luigi Calabresi ora finalmente riposa al Cimitero Maggiore di Milano.

L’esempio di passione e amore per la giustizia di Luigi Calabresi gli ha permesso di ricevere la beatificazione nel 2007. Ha lasciato la moglie Gemma, incinta di Luigi che nascerà pochi mesi dopo la sua morte. Mario, invece, è un noto scrittore. Ha ricevuto inoltre la medaglia d’oro al valore civile nel 2004, a dimostrazione del suo instancabile lavoro di giustizia e un senso civico e del dovere fuori dal comune.

a cura di Marianna Soru

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