Lula vince contro Bolsonaro, è festa in Brasile

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Di Redazione Metropolitan

Scoppiano felicità e tristezza in tutto il Brasile al termine degli spogli per il ballottaggio delle presidenziali che ha dato la vittoria a Luiz Inacio Lula da Silva. Caroselli di auto e moto, grida dalle finestre degli appartamenti, suoni di clacson e bandiere al vento riempiono le strade delle principali città. Da una parte i sostenitori dell’ex sindacalista, in lacrime di gioia, dall’altra il silenzio di delusione dei fan di Jair Bolsonaro. In una nazione spaccata a metà, le elezioni più polarizzate della storia del Paese si riflettono negli umori dei suoi cittadini, divisi da opposte tifoserie come in una finale della nazionale di calcio. A Rio de Janeiro, la seconda metropoli più grande del gigante sudamericano, gli elettori in festa si sono riversati sulla spiaggia, inondando con la loro allegria il quartiere di Copacabana. Mentre anche dalle ‘favelas’ sui morros (colline) partono fuochi di artificio a illuminare il cielo carioca.

SAO PAULO, BRAZIL – OCTOBER 30: Candidate Luiz Inácio Lula Da Silva greets supporters after being elected president of Brazil over incumbent Bolsonaro by a thin margin on the runoff at Intercontinental Hotel on October 30, 2022 in Sao Paulo, Brazil. Brazil electoral authority announced that da Silva defeated incumbent Bolsonaro and will rule the country from 2023 to 2027. (Photo by Daniel Munoz/VIEWpress)

Lula ha battuto l’attuale capo dello Stato, Jair Bolsonaro (Pl, destra), il primo presidente che ha fallito nel suo tentativo di rielezione. Il Tribunale superiore elettorale ha ufficializzato la vittoria, col 98, 86% del totale delle sezioni scrutinate, Lula ha ottenuto il 50,83% dei voti (59.596.247), contro il 49,17% di Bolsonaro (57.675.427).

Lula: oggi l’unico vincitore è il popolo brasiliano

«In una delle elezioni più importanti del Brasile, oggi c’è un unico vincitore: il popolo brasiliano»: lo ha detto il presidente eletto Luiz Inacio Lula da Silva, poco dopo aver vinto il ballottaggio contro Jair Bolsonaro. «Non è una vittoria mia o del mio partito, ma di un immenso movimento democratico», ha aggiunto Lula. «La maggioranza del popolo ha lasciato detto chiaro che desidera più democrazia e non meno. Vuole più libertà, più uguaglianza e più fraternità», ha continuato l’ex sindacalista, che ha iniziato il suo discorso «ringraziando Dio per avermi permesso di uscire da dove sono uscito e arrivare dove sono arrivato».

Non è stata una vittoria scontata: i sondaggi davano Lula vincente già al primo turno, sottostimando grandemente le grandi concentrazione di interesse (il settore agroindustriale e dell’allevamento, rappresentato in Congresso dalla cosiddetta “bancada ruralista“, quello della sicurezza pubblica e privata, i rappresentanti dei camionisti e dei tassisti preoccupati dalle liberalizzazioni e dall’apertura alla concorrenza, le comunità religiose evangeliche pentecostali, i land grabbers interessati allo sfruttamento economico delle terre indigene) che remavano in direzione di una rielezione dell’ex militare. In un certo senso, quindi, Bolsonaro qualche motivo per sorridere ce l’ha: ha allontanato lo spauracchio della disfatta riuscendo a ridurre un divario che sembrava incolmabile, costringendo Lula al ballottaggio e certificando che la società brasiliana è più divisa e polarizzata che mai.

A confermarlo sono anche i numeri: Lula ha incassato il 50,8% dei voti, imponendosi al fotofinish. Lo aspetta un mandato complicatissimo e pieno di insidie, dovrà fare i conti con un’opposizione feroce e compatta che non perderà occasione per delegittimare il suo mandato e rievocare i suoi trascorsi giudiziari.