Il lusso cresce muovendosi autonomamente nello scenario dell’abito e della sua produzione. Continua il dibattito creativo sulla distanza tra luxury e grande distribuzione che non riguarda solo il progetto dell’abito ma anche il suo processo di realizzazione. Un nuovo linguaggio si apre all’interpretazione del pubblico che spazia tra i due e che si organizza in due macro gruppo di chi sceglie la tradizione millenaria del lusso e chi l’innovazione produttiva dai tempi immediati della grande distribuzione.
Lusso: il dialogo sul prodotto
Il percorso del lusso guarda all’innovazione creativa ma anche a quella produttiva. A dirlo sono gli stessi brand che sembrano lavorare sull’unicità del capo nel caso del luxury, distinguendolo da quello continuo della grande distribuzione. Nella storia di entrambi c’è stato qualche evento di incontro. Non si è mai, però, guardato alla durata di queste rare collaborazioni, che non hanno mai superato i pochi giorni di attivo.
Il concetto di unico nel lusso
Il tempo della produzione diviene così fondamentale. Su quello si costruisce il prodotto finale. A tal riguardo il responsabile del prodotto di Chanel dice:
‘’il nuovo concetto di lusso guarda all’unicità. Questo non solo in termini produttivi ma anche realizzativi e creativi. La nostra produzione si diversifica per prodotto. E proprio sul prèt-â-porter va il nostro occhio produttivo’’
ribadendo il rapporto tra brand e prodotto finale. Un capo, in fondo, non è altro che lo studio del suo pubblico.
I tempi diversi
La storia che riguarda i due macro gruppi del fashion hanno tempi diversi. Se il lusso è millenario, quella della grande distribuzione è più recente ed è fatta di innovazione. La tradizione, al contrario è più vicina al luxury che è noto per la sua storicità dei materiali e delle pratiche realizzative. E se il lusso si fonda sull’incontro possibile di tradizione ed innovazione, la macro distribuzione prende lui a simbolo.
Luca Cioffi
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