Siamo, ormai, nel pieno dell’autunno, stagione troppo spesso definita “di passaggio”, ma in realtà importantissima su più piani di lettura, da quello naturalistico a quello spirituale. Si tratta, inoltre, di un periodo ricco di tradizioni e festività, sulle quali sicuramente domina Halloween. Il 31 ottobre, tuttavia, non è l’unica data da ricordare; esistono giorni legati a rituali di origine antichissima, affascinanti e carichi di storia e significato.
Di estrema importanza, ad esempio, è l’Equinozio d’Autunno, molto sentito tra le tribù celtiche, ribattezzato in età moderna come Mabon. Nella Ruota dell’Anno, per la cultura wicca e il neopaganesimo, Mabon è parte degli otto sabbat, le celebrazioni che scandiscono l’anno solare.
Mabon, il sabbat minore
Mabon appartiene, nello specifico, ai sabbat minori, corrispondenti agli equinozi e ai solstizi:
Yule: Solstizio d’inverno (21 dicembre);
Ostara: Equinozio di Primavera (21 marzo);
Litha: Solstizio d’Estate (21 giugno);
Mabon: Equinozio d’Autunno (22-23 settembre).
Contrapposto a Ostara, Equinozio di Primavera, è l’ultima festa del ciclo, prima che Samhain chiuda e riapra l’anno.
Le origini della divinità
Il nome Mabon è stato utilizzato a partire dagli anni Settanta e si è diffuso grazie all’autore e professore wicca Aidan A. Kelly, che lo “prese in prestito” dalla mitologia celtica. Tra i gallesi Mabon (o Mabon ap Modron) era il dio protettore del raccolto, delle foreste e, soprattutto, della giovinezza. Anche i Romani lo conoscevano e lo chiamavano Apollo Maponus, associandolo dunque ad Apollo.
Una leggenda riguardante questa figura ricorda moltissimo il mito di Persefone; secondo la tradizione, infatti, la perpetua gioventù era riconducibile alla sua prigionia ad Annwn, l’Oltretomba, dopo essere stato rapito. Sua madre Modron, patrona della fertilità, si mise in cerca del figlio perduto e, di conseguenza, trascurò i suoi doveri, lasciando che la natura deperisse. Questo diede inizio alle stagioni.
Mabon ieri e oggi
I Celti celebravano il Secondo Raccolto (il primo coincide con Lughnasadh), il momento della raccolta di ciò che si è seminato, un periodo in cui godere dei frutti della terra e fare un bilancio del lavoro svolto.
Mabon è la festa della vendemmia, delle provviste per l’inverno, di mele, zucca e funghi, della caccia. Una ricorrenza animata da danze, pasti consumati in compagnia, falò, non troppo diversa, tutto sommato, dalle moderne sagre, eventi cardine della convivialità autunnale.
Federica Checchia
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