Era da ormai due anni che il SSU, l’universo figliastro e ribelle dell’MCU, non faceva discutere di sé con un nuovo prodotto cinematografico. Madame Web, infatti, era in cantiere già da molto e aveva già abbondantemente fatto discutere in fase di produzione a causa di varie indiscrezioni trapelate. Ora finalmente se ne può parlare.
Madame Web: la trama del film
Cassandra Web (Dakota Johnson) in seguito ad un incidente quasi mortale sviluppa uno strano potere di chiaroveggenza che le permette di avere delle visioni dal futuro prossimo. In alcune di queste visioni, scopre di essere legata ad alcune ragazze (una di loro interpretata da Sydney Sweeney) le cui vite sono minacciate da un misterioso uomo chiamato Ezekiel (Tahar Rahim), apparentemente dotato di poteri simili a quelli dell’uomo ragno.
Il film racconta (almeno teoricamente) la formazione di una sorta di squadra di “spider-persone” antecedente alla nascita dello Spiderman più noto a tutti.
L’ennesima truffa della Sony
Dopo il caso Morbius, anche Madame Web ha in un certo senso truffato o quanto meno ingannato il suo pubblico. Anzitutto, ancora una volta ci ritroviamo davanti un film sconnesso dagli altri che non solo non getta un minimo di luce su questo universo distaccato con o senza Spiderman, ma anzi riesce a confondere ancora di più le nostre conoscenze inserendo altra carne al fuoco. Il tutto, però, senza mai collegarsi davvero ai prodotti che l’hanno preceduta o presentare un minimo di continuità narrativa.
La (poca) campagna pubblicitaria che ha preceduto il rilascio del film nella sale è stata studiata appositamente per manipolare gli spettatori prima della visione, presentando apparentemente un film non solo fondativo ma effettivamente basato completamente sul micro-cosmo del personaggio di Spider-Man. Cosa che sembrava perfettamente coerente con la distribuzione degli ultimi anni, fra No Way Home e i due film animati sullo Spider-Verse. Eppure, quello che ci ritrova davanti non è che un semplice inganno, con una storia che ci racconta tutt’altro e basata su un intento molto più semplice: narrarci l’origine di Madame Web. Ciò potenzialmente poteva anche andar bene, ma probabilmente sarebbe stata molto più apprezzata un po’ di onestà intellettuale sulla vera natura del film.
Un film privo di identità e direzionalità
Ma volendo tentare di analizzare Madame Web in quanto film a sé stante senza necessariamente contestualizzarlo, la situazione non migliora particolarmente. I problemi sono presenti già a livello strutturale, poiché parliamo di un film monco, composto da solo due atti. Abbiamo un lungo prologo ed una lunga conclusione, ma appare praticamente assente un effettivo svolgimento centrale. Non c’è una vera fase di sviluppo dei personaggi e delle loro relazioni (viene difficile credere all’improvvisa affezione nata fra le protagoniste), non ci sono delle prove da affrontare, l’antagonista del film è avvolto nel mistero e la sua intera storia si basa su un fondamento sbagliato e mal gestito ed è innegabile che l’intera fase finale del film sia stata pesantemente velocizzata.
Concettualmente l’idea di realizzare una sorta di Final Destination in salsa Marvel era anche interessante, ma non si può dire che sia stata sviluppata nel migliore dei modi. La Sony continua a proporre lungometraggi “nati vecchi”, pensati in un’ottica ed un’estetica appartenenti al passato, come se il punto fosse quello di inseguire una sorta di operazione nostalgia basata su nuovi titoli. Ma forse proprio nell’inseguire un passato perduto, questo film non riesce a costruirsi una propria identità, con il risultato di non sapere di nulla.
Inoltre, per essere un film corale fallisce nel suo dovere principale: presentare dei personaggi accattivanti. Purtroppo, colpevoli anche dei dialoghi surreali, dei comportamenti fuori da ogni logica e la scelta di stereotipizzare quasi ogni singolo personaggio, diviene difficile riuscire non solo a legarsi alle protagoniste del film, ma addirittura credere alle loro azioni.
L’impianto tecnico del film sembra crederci molto (seppur coordinato da una regia irrequieta), c’è una forte enfasi drammatica sui momenti cruciali della storia ma la sceneggiatura e persino la recitazione erigono un muro invisibile tra lo spettatore e gli avvenimenti narrati. È l’ennesimo fallimento di questo universo, a cui si continua a dare possibilità nella speranza di una redenzione futura che probabilmente mai arriverà. Non è un caso che la stessa Sony non abbia minimante investito sul marketing di questo film: l’unico trailer rilasciato risale allo scorso novembre, peraltro volutamente manipolatore come già detto, poi più nulla. Dimostrando come perfino ai piani alti fossero pienamente consapevoli di quanto stessero proponendo al pubblico.
Francesco Ria
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