Nel Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità si trova il Servizio Nazionale di HIV/AIDS/IST (malattie sessualmente trasmissibili) counselling. Facilmente raggiungibile con il numero Verde 800 861061 oppure tramite il sito “Uniti contro l’AIDS” (www.uniticontrolaids.it)
L’obbiettivo di questo dipartimento è quello di un intervento specialistico personalizzato (counselling telefonico) e una comunicazione scientifica online dove si svolgono attività di prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST).
Tramite questo sevizio, l’Istituto ha effettuato due studi statistici tra il 2017 e il 2018, in un arco temporale di nove mesi, focalizzandosi sull’HIV e solamente su una popolazione di sesso femminile. Sono stati utilizzati due metodi differenti di indagine: il primo tramite counselling telefonico e il secondo tramite un questionario online.
In quest’ultima indagine:
Preso un campione di 84 donne con età media di 34 anni si evince che:
i rapporti vaginali sono stati praticati dal 79,8% delle intervistate, tra queste il 28,3% ha utilizzato sempre il preservativo; i rapporti oro-genitali sono stati praticati dal 69% delle donne, ma solo nel 3,4 % di esse l’ha praticato sempre con protezione; i rapporti anali sono stati praticati dal 15,5% del campione preso in analisi e ne sono stati dichiarati protetti il 15,4%.
Il 70,3% delle donne che ha partecipato al test ha dichiarato di non aver usato precauzioni perché il rapporto sessuale avveniva con un partner di cui si fidavano, il 9,4% ha dichiarato di non averci pensato e il restante 6,3% ha dichiarato di non aver usato il preservativo perché “rovinava l’atmosfera”.
In Italia oltre l’85% delle donne ha contratto il virus attraverso rapporti sessuali non protetti dal preservativo, e molto spesso proprio con un partner stabile.
La stabilità col partner non deve essere e non deve diventare una sicurezza a livello sessuale per quanto concerne le malattie sessualmente trasmissibili.
ll AIDS e IST hanno dichiarato che le telefonate provenienti dalla popolazione femminile per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmissibili si stanno sempre più riducendo.
Quest’affermazione e i dati sopra riportati mettono in luce due elementi importanti: da un lato, i professionisti e i media (potenziali canali di comunicazione sanitaria) dovrebbero implementare programmi di divulgazione del rischio di trasmissione e dei metodi di prevenzione della patologia.
Dall’altro il ruolo della donna dovrebbe essere più attivo e presente nel salvaguardare la propria salute fisica e acquisire conoscenze fondate e più consapevoli considerando l’aids al pari delle numerose malattie sessualmente trasmissibili.
L’amore senza preservativo non è sinonimo di vero amore.
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