Malta diventa Repubblica: “luzzu” e proverbi siciliani

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Di Federica De Candia

A meno di due ore di volo dall’Italia, con 7000 anni di storia, Malta ebbe la sua Costituzione e il 13 Dicembre 1974 venne dichiarata Repubblica con Anthony Mamo primo Presidente. Sull’isola, nel cuore del mediterraneo, si contano eventi straordinari, dall’estinzione che ci fu di ippopotami nani e di elefanti nani, al legame, da sempre, con la Sicilia. Anche linguisticamente, vi è una discreta conoscenza del siciliano. Tramandano ancora, i vecchi maltesi, modi di dire, proverbi, e poesie provenienti dalla Trinacria. E le gesta dei Cavalieri di Malta e degli antichi templari, sono vanto e leggenda della terra.

Malta, cavalieri a via Condotti..

Malta, le tipiche imbarcazioni, foto da Tayros Consulting

Nella piccola nazione maltese, l’Ordine dei Cavalieri era nato per seguire le Crociate, a partire da Gerusalemme, organizzando ospedali. I membri, un tempo, conosciuti come ‘Cavalieri Ospitalieri’, erano religiosi e cavalieri. Militari, perché cavalieri armati di spada. Religiosi, perché facevano voti di castità, povertà e obbedienza. Oggi la sede centrale è a Roma in via dei Condotti, tra i negozi di lusso. L’Ordine ha perfino un posto di «osservatore» alle Nazioni Unite, e vi si entra «solo su cooptazione». I componenti, cavalieri e dame, restano fedeli ai suoi principi ispiratori, riassunti nel motto “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum”, e sono in gran parte, nobili e aristocratici. Le loro funzioni sono gestire ospedali, centri medici, ambulatori, istituti per anziani e disabili, in un centinaio di Paesi nel mondo. E offrire assistenza ai malati di lebbra. Sebbene il bilancio dell’Ordine, che dipende dalla Santa Sede, non sia pubblico, pare che il finanziamento provenga dagli stessi membri, e da donazioni private, oltre che dalle attività mediche svolte.

Le ultime truppe britanniche lasciarono Malta nel 1979, realizzando un sogno perdurato secoli di questo arcipelago: la sua indipendenza politica, e la possibilità di prendere decisioni senza l’inerferenza di altri poteri sovrani. Valletta, è la capitale più piccola d’Europa: questa fantastica città fortezza, capoluogo di Malta, sorge a piccco sul mare sull’arida roccia. Dall’animo contemporaneo e dal cuore antico. Famosa anche per le sue grotte: nell‘isola di Gozo la grotta di Calipso, e la Grotta Azzurra, il Għar Dalam (Caverna Oscura) dove troviamo il “Għar Dalam Cave and Museum“. Dove furono rinvenuti resti di specie risalenti a 170 000 anni fa, e ormai estinte, come elefanti e ippopotami nani.

Una nazione in mezzo al mare

La Domenica in occasione del mercato del pesce, si può scoprire l’autenticità del luogo (“Li spicialita gastrunomici sunnu a basi di pisci, comu l’Aljotta, na suppa. Ma ci sunnu macari piatti di carni comu li Bargjoli, purpitti di manzu, o autri piatti a basi di Fenek, u cunigghiu“). E si possono ammirare le tipiche imbarcazioni maltesi ‘con gli occhi’ ormeggiate al porto, i cosiddetti luzzu, (“Ccu li varcheddi chiamati “luzzu”). Un episodio narrato riguarda Caravaggio, che, condannato a morte, riuscì a rifugiarsi a Malta nel 1607 grazie al Gran Maestro dell’Ordine. Oggi, essendo riconosciuto come Stato, le autorità dei Cavalieri dispongono di targhe proprie per le automobili: la sigla finale è “XA”.

Resta per i secoli a venire, quel detto catanese che recita: “Va’ a piglia a Marta cu lu scuru”, (arriva a Malta con il buio). Utilizzato spesso dalle persone anziane quando, difronte all’incredulità di un evento, esprimono la loro diffidenza con questo proverbio popolare, ossia l’impresa di raggiungere l’isola di Malta immersa in pieno Mar Mediterraneo, scarsamente visibile al buio sia dalle navi che dagli aerei.

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