La nostra Penisola è sferzata dal brutto tempo ormai da tanti giorni. Cosa ci aspetta nelle prossime ore? Esiste davvero il rischio del “cambiamento climatico” tanto sbandierato? Abbiamo posto queste ed altre domande ad un esperto del team “iLMeteo.it  “. Ecco cosa ci ha raccontato.

Maltempo Roma ma non solo: tutta l’Italia, ormai da giorni, vive sotto l’angusta cappa del meteo avverso. Questa ondata violenta di brutto tempo ha inondato senza pietà tutto lo Stivale imperversando da Nord a Sud. Abbiamo negli occhi tragici fotogrammi: Venezia, Pisa, Firenze, Roma, Matera e Licata su tutti.

Ma quanto durerà questo tirannico giogo del maltempo sull’Italia? Abbiamo chiesto in esclusiva a Mattia Gussoni, Tecnico Meteorologo e laureato in Geografia Fisica e Geomorfologia facente parte del team de “iLMeteo.it “, delle delucidazioni in merito. Con un attento sguardo anche alla scottante, ed attualissima, tematica del “cambiamento climatico” reso “mediatico” dalla ragazzina Greta Thunberg. Ecco cosa ci ha detto l’esperto in materia.

Maltempo Roma Italia Meteo (ItaliaOggi)
Venezia sommersa dalle acque (Credit: Italia Oggi)

Maltempo Roma ma non solo: l’intervista all’esperto

Mattia Gussoni risponde alle domande di Metropolitan Magazine Italia. In esclusiva, ecco l’intervista all’esperto de “iLMeteo.it“.

Entriamo in una nuova settimana dopo aver abbandonato 7 giorni critici: cosa ci aspetta nelle prossime ore?

“A livello europeo permane una profonda anomalia nel campo della pressione nel comparto oceanico tra le Isole Britanniche e l’Islanda: il vero cuore motore delle perturbazioni e del maltempo. Anche per la prossima settimana ci aspettiamo quindi tempo instabile con rovesci e temporali specie al Centro Nord. Massima attenzione in particolare tra Liguria e alta Toscana, specie tra lunedì e martedì. Qualche schiarita in più invece sulle regioni del Sud con temperature ben oltre le medie attese in questo periodo”.

C’è un rischio “psicosi” pensando al maltempo?

“In questo caso è fondamentale che la popolazione acquisisca una maggior consapevolezza del territorio in cui abita e dei potenziali rischi. Questo non ridurrà il pericolo ma aiuterà ad affrontare al meglio le situazioni di emergenza. L’Italia ha un paesaggio molto complesso da Nord a Sud ed ogni lembo di terra reagisce in modo diverso alle sollecitazioni atmosferiche, per questo motivo vanne ben classificate le tipologie del rischio ed indicate le strategie da mettere in atto durante le emergenze. L’aspetto “mentale” non deve assolutamente essere sottovalutato, ed è importante quindi una corretta informazione anche delle Allerte dalle Istituzioni verso il cittadino”.

Abbiamo tutti negli occhi Venezia ma, purtroppo, la città lagunare è soltanto la punta di un iceberg costituito da gravi disagi: con le previsioni a lunga gittata è possibile prevenire diversi danni e, perché no, salvare anche vite umane?

“Questi eventi meteo estremi possono essere previsti con non più di una settimana di anticipo, quando è possibile avere i primi sentori di una configurazione che potrebbe rivelarsi pericolosa. Oltre la settimana le previsioni perdono di attendibilità in quanto il sistema atmosferico essendo caotico non è facilmente replicabile con i modelli fisico-matematici. Quindi è fondamentale la gestione del rischio a un giorno o poche ore prima dell’evento. In modo che, se poco si può fare per salvare gli immobili (case etc), si possono salvare vite umane limitando al massimo gli spostamenti per esempio durante un nubifragio o chiudendo le scuole in caso di alluvione etc…”

L’Italia è nella morsa del maltempo: le temperature, per i prossimi giorni, saranno nella media stagionale o subiranno, dai modelli, un abbassamento?

“Durante tutto il mese di Ottobre abbiamo registrato temperature oltre la media, ed anche i nostri mare sono risultati ben più caldi del normale. Questo potrebbe in parte aver fornito l’energia necessaria per lo sviluppo dei temporali molto intensi di questi giorni. Maggior caldo infatti vuol dire maggior energia potenziale in gioco (umidità nei bassi strati, maggiori contrasti termici) e di conseguenza fenomeni più pericolosi. Nei prossimi giorni le temperature torneranno ad aumentare gradualmente riportandosi ancora sopra la media, a conferma di un trend climatico in atto ormai da diversi anni”.

La criticità è alle spalle oppure dobbiamo continuare a lottare contro le avversità climatiche? Quali saranno le zone più colpite dalla prossima ondata?

“Per le prossime settimane non sono da escludere nuove ondate di maltempo a causa dei flussi instabili in arrivo dall’Atlantico. Per la prossima settimana da tenere monitorata la situazione in particolare sulle regioni tirreniche. Già da Lunedì 18 massima attenzione anche sulla Liguria dove potranno verificarsi veri e propri nubifragi con il rischio concreto di locali fenomeni di allagamento. Tornerà anche la neve sulle Alpi, talvolta molto abbondante, oltre i 1200-1400 metri di quota. Poi con l’inizio del nuovo mese (Dicembre) potrebbero tornare condizioni meteo più stabili grazie alla rimonta dell’alta pressione che garantirà più sole su buona parte dell’Italia (attenzione però alle nebbie sulle pianure del Nord e zone interne del Centro)”.

È possibile pronosticare che tipo d’inverno ci attende da Nord a Sud?

“Esistono dei modelli che simulano i movimenti a grande scala per i prossimi mesi anche se la loro attendibilità non è molto alta. Queste elaborazioni poi si traducono nelle mappe stagionali il cui scopo è di offrire una visione d’insieme di quello che potrebbe accadere dal punto di vista delle temperature e delle precipitazioni. Ovviamente non sono le classiche previsioni del tempo dettagliate fino al singolo Comune, ma bensì a livello generale a scala Italiana. Ebbene secondo il principale centro meteo europeo (ECMWF) il prossimo inverno vedrà temperature spesso oltre la media (fino a +1/1,5°C oltre quanto ci si aspetterebbe in questo periodo). Questo anche a causa di una maggior ingerenza dell’alta pressione sul bacino del mar Mediterraneo che potrebbe proteggerci dalle perturbazioni in discesa dal Nord Europa. Questo però non vuol dire che non mancheranno episodi di gelo, anche molto intensi e di breve durata, infatti guardando anche al recente passato le dinamiche atmosferiche dipenderanno dal così detto Vortice Polare, una immensa area di bassa pressione che solitamente stazione oltre il circolo polare Artico in grado di inviare impulsi freddi e nevosi fin sul nostro Paese”.

Le piogge a Roma sono diventate una vera e propria calamità: quali consigli potrebbero dare i meteorologi agli amministratori della città e ai cittadini romani?

“Compito del meteorologo è fornire una previsione dettagliata di un evento particolarmente intenso con un certo anticipo. Al giorno d’oggi un buon dettaglio di quello che potrà accadere lo si può avere fino a 2-3 giorni prima. Fondamentale poi è la fase di nowcasting, ovvero le ore antecedenti l’arrivo della tempesta che si attua grazie ai radar di precipitazioni/fulmini e ai dati satellitari: è una previsione a brevissima distanza temporale e molto accurata. Questo può servire all’utente per decidere o meno se mettersi in strada etc. Poi la gestione del territorio spetta alle Istituzioni e deve essere un lavoro progettuale e lungimirante volto non solo alla fase di emergenza ma anche quella di messa in sicurezza dei fiumi/versanti/strade. Insomma servono politiche di adattamento al clima che cambia, purtroppo in Italia spesso è costruito, specie dagli anni ’50 in avanti, senza una regolamentazione e soprattutto senza tener conto degli aspetti geologici/geomorfologici e atmosferici del territorio in cui viviamo. Detto in parole povere non è solo colpa della pioggia se avvengono i disastri, e il cambiamento climatico sta solo enfatizzando una situazione già di per se problematica”.

Ringraziandoti per la disponibilità, pongo l’ultima domanda: il “cambiamento climatico” è una minaccia reale? Quanto è mutato il clima rispetto a cinquant’anni fa?

“Il cambiamento climatico è una minaccia reale e concreta i cui effetti gli stiamo già vivendo sulla nostra pelle. Dalla metà del XIX il clima sulla Terra ha subito un processo di riscaldamento. Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di Cambiamenti Climatici, la temperatura media sulla superficie terrestre è aumentata di circa 0.6 °C solo nell’ultimo secolo. Alcune zone nel Mondo però hanno registrato aumenti di gran lunga superiori come per esempio l’Europa e l’Italia e gli effetti iniziano già a farsi sentire in modo drammatico. Pensiamo ad esempio ai ghiacciai dell’arco alpino (patrimonio naturale e risorsa idrica non rinnovabile), che hanno già perso circa il 50% della loro estensione nel corso degli ultimi 100 anni, oppure alle ondate di calore sempre più frequenti con valori oltre ai 40°C. L’estate del 2019 passerà alla storia come la più calda mai registrata nell’emisfero settentrionale. In media la temperatura negli ultimi 50 anni nel nostro Paese è aumentata di circa 2°C. La responsabilità di questa crisi climatica che apre scenari del tutto inediti è principalmente legate alle attività dell’uomo con l’immissione in atmosfera di ingenti quantità di CO2 (anidride carbonica) derivante dai processi di produzione di energia, gas di scarico e riscaldamenti. Più caldo vuol dire anche maggior evaporazione e quindi più umidità ed energia in atmosfera. Questo significa un aumento degli eventi meteo estremi come alluvioni lampo e nubifragi specie in un territorio fragile come quello italiano. Le ultime settimane sono una testimonianza diretta degli allarmi lanciati dagli scienziati e che anche noi stiamo cercando di comunicare a più persone possibili”.

Grazie a Mattia Gussoni de “iLMeteo.it”

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