Nella prima gara dell’anno i Mammuth vengono sconfitti dai Castelli Romani, ma il vero protagonista è l’arbitro che vanifica un primo tempo tutto a trazione giallorossa.

“La rabbia è non solo inevitabile, è necessaria. La sua assenza indica indifferenza, la più disastrosa delle mancanze umane.”

Ci affidiamo oggi alle parole di Arthur Ponsonby, politico e scrittore britannico, per parlare di rabbia, ma anche di delusione. Certo sono due sentimenti poco piacevoli e dei quali faremmo a meno di discutere. Vi vorremmo parlare più di hockey giocato in questo rientro alle competizioni, come sarebbe giusto che sia, ma a distanza di giorni rimangono nella nostra mente delle immagini indelebili oppure nelle nostre orecchie frasi assurde ed inspiegabili che ci fanno domandare il perché di molte cose.

Prima di andare avanti però vorrei sottolineare come questi sentimenti sarebbero esistiti anche in caso di vittoria da parte dei Mammuth perché lo sport non può essere rovinato così, e soprattutto specificare che alla squadra vincitrice, i Castelli Romani, vanno i nostri complimenti per aver  conquistato i tre punti avendoci creduto fino all’ultimo minuto. Tre punti che devono festeggiare giustamente anche perché vanno a cancellare uno zero in classifica che era troppo severo.

Detto questo però non dimentichiamo come l’incontro sia stato riaperto in modo goffo ed ingiustificato da una direzione di gara assolutamente non all’altezza. La gara comandata a pieno dai Mammuth nella prima frazione di gioco non sembrava assolutamente in discussione con già due pali presi e ben quattro reti messe a segno, anche se al ritorno in pista ci si aspettava giustamente una pressione da parte degli avversari.

Tommaso Quaglieri autore di due reti nel primo tempo
Tommaso Quaglieri autore di due reti nel primo tempo Foto ©Rita Földi Photography

Così è stato, ma la cosa che ci ha sorpreso di più sono state le penalità fischiate dal primo arbitro che ha sanzionato i giallorossi senza criterio alcuno. Eppure nel primo tempo non è stato fischiato un chiaro fallo in cui un nostro giocatore era stato nettamente falciato davanti l’area avversaria, chiara occasione offensiva, lanciando in contropiede gli avversari che riuscivano a mettere a segno la loro seconda rete.

C’è stata fischiata invece nel secondo tempo una presunta “carica scorretta” in fase di attacco con possesso del disco, cosa assurda. E addirittura in occasione di una penalità differita, cioè momento in cui è stato commesso un fallo ma il gioco non si ferma perché la squadra che ha subito mantiene il possesso, un nostro giocatore provava a rincorrere il disco per recuperarlo e fermare il gioco, e veniva sanzionato perché accusato di averlo recuperato troppo energicamente. Magicamente l’arbitro fermava il gioco mandando ben due giocatori in panca puniti. Finito qui? Assolutamente no, perché durante i minuti in cui noi Mammuth eravamo intendi a difendere la porta in doppia inferiorità il Sig. Spada, questo il nome dell’arbitro in questione, esponeva i propri pensieri ad alta voce dicendo chiaramente: “Ragazzi se non tirate però” alludendo al fatto che non avrebbero segnato se non avessero provveduto a concretizzare gli attacchi. Oppure: “oh! Ecco così, bravi” quando le conclusioni venivano indirizzare nello specchio della porta. E purtroppo queste non sono le uniche cose proferite. 

Federico Pizzi, Tommaso Quaglieri e Maria Arcese

Ci spiace dover perdere tutto questo tempo a scrivere spiacevolmente di queste cose, sarebbe stato giusto parlare e dare risalto al gioco perché così dovrebbe essere. Non vogliamo togliere meriti agli avversari e non vogliamo dare loro nessuna colpa perché non ne hanno assolutamente.

Solo che la rabbia è tanta perché questo è uno sport di sacrificio, ci si allena duramente per farsi trovare pronti il giorno della gara ed è deludente vedere che chi fa parte del gioco, come lo è la figura arbitrale, arrivi a questi appuntamenti in modo superficiale ed impreparato. 

Le partite si vincono e si perdono, ma dovrebbe essere una questione tra le squadre in pista, non di chi muove fili a proprio piacimento.

La gara di sabato non condiziona nulla, ne la classifica ne l’andamento del campionato. C’è ancora una gara da disputare prima della seconda fase, quella più importante, dove bisognerà giocare per vincere e conquistare l’accesso alla finali, ma la rabbia è tanta ed è giusto che sia così perché altrimenti si denoterebbe indifferenza. Noi non siamo indifferenti, amiamo quello che facciamo e finché sarà così continueremo a provare sentimenti.