Il 22 giugno di 34 anni fa, Diego Armando Maradona realizzava due dei gol più famosi della storia del calcio, entrando nella leggenda. Erano i mondiali di Messico 86′ e Argentina e Inghilterra si sfidavano nei quarti di finale della competizione. In quella giornata calda e umida, il numero diez dell’albiceleste segnava i due gol che sarebbero passati poi alla storia come “la Mano de Dios” e il “Gol del Secolo“.

La mano de Dios

Allo stadio Azteca di Città del Messico va in scena Argentina-Inghilterra, partita valida per i quarti di finale della Coppa del Mondo. L’Argentina, alla ricerca del secondo titolo mondiale e trainata dal suo campione Diego Armando Maradona affronta gli inglesi. Il primo tempo finisce 0-0, con le due squadre in parte bloccate dal caldo torrido. Al sesto minuto del secondo tempo arriva però l’episodio decisivo, quel secondo destinato ad entrare nella storia di questo sport. Steve Hodge, centrocampista inglese, alza un campanile con un intervento erroneo, il portiere inglese Peter Schilton, forte del suo metro e ottantacinque di altezza si lancia verso il pallone, venendo però anticipato dal fulmineo Maradona (ben più basso di 20 cm). Il pallone entra in porta ed è gol: 1-0

Rivedendo le immagini, tuttavia, si nota l’evidente deviazione con il braccio da parte del campione argentino. L’arbitro tunisino Ali Bin Nasser dubbioso guarda il guardalinee bulgaro Dotchev (così dirà l’arbitro in un intervista successiva) e convalida il gol. Una rete, che nella sua evidenza, diventerà dunque il prototipo dei gol di mano irregolari e destinata a cambiare la storia di quel mondiale e di tutto il calcio. Gli stessi compagni di squadra rimangono impietriti almeno inizialmente. Sarà lo stesso Maradona, come dirà successivamente, a convincerli ad esultare per persuadere l’arbitro della regolarità del gol.

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Il dibattito successivo

Un gesto che nella sua scaltrezza e genialità divenne l’essenza stessa dell’essere Maradona. Tanto forte e poetico nelle sue giocate in campo, quanto sregolato e “non di esempio” nei suoi comportamenti. Lo stesso Maradona divinizzò la propria rete dicendo nell’intervista post-partita di aver segnato “un pò con la testa di Maradona, un pò con la mano di Dio”. Nel corso degli anni, quella rete continuò ad essere commentata e interpretata, venendo maldigerita da molti. Lo stesso Maradona non dimostrò mai redenzione e nel 2008 in un’intervista al Sun disse ” Se potessi tornare indietro lo farei, ma un gol è sempre un gol ed è grazie a quello che l’Argentina ha vinto il Mondiale e io sono diventato il calciatore migliore al mondo. Non posso cambiare la storia, quello che posso fare è andare avanti”.

Maradona, da sempre visceralmente attaccato al proprio paese, sentì quel gol come una sorta di vendetta, un’opportunità di riscatto. La rivalità tra Argentina e Inghilterra, infatti, andava ben oltre quella puramente calcistica o sportiva. I ricordi della guerra tra i due paesi per le isole Falkland erano ancora molto freschi e la tensione era molto forte. La vittoria della nazionale, grazie anche a quel gol, era anche, come detto dallo stesso Maradona, per tutti quei giovani argentini che vennero uccisi nel conflitto.

La redenzione finale con il “gol del secolo”

Quel gol sarebbe stato accettato? L’immagine di Maradona sarebbe cambiata definitivamente? In molti se lo potrebbero chiedere, se dopo quel gol, non fosse arrivata l’immediata opportunità di redenzione per Diego. Cinque minuti dopo il gol di mano, arrivò infatti quello che nel 2002 venne nominato come “gol del secolo”. Miglior gol nella storia della Coppa del Mondo, ma probabilmente dell’intera storia del calcio. Il campione, allora in forza al Napoli,partì nella propria metà campo, in una corsa micidiale verso la porta avversaria. Una corsa palla al piede, caratterizzata da una serie di dribbling, che ha in sè tutte le migliori qualità che un calciatore possa mai avere: potenza, agilità, velocità, tecnica, eleganza e aggiungeremmo anche un pizzico di magia.

Maradona, dopo aver dribblato cinque giocatori in successione, superò anche il portiere Shilton, depositando il pallone nella porta sguarnita. Fuori dallo stadio venne anche eretta una statua di Maradona, in memoria dello straordinario gol realizzato. La partita finì poi 2-1, con Lineker a segnare il gol della bandiera nel finale. L’Argentina battendo poi il Belgio in semifinale e la Germania in finale, si laureò Campione del mondo.