Margaretha Geertruida Zelle nasce in una cittadina del nord dei Paesi Bassi nel 1876, figlia di Heer Adam Zelle, proprietario di una bottega di cappelli, e di Antje var der Meulen. Margaretha, la donna che aveva ammaliato i teatri di tutta Europa con i movimenti sensuali delle danze orientali, misteriosa e magnetica, amata da politici e soldati, la spia Mata Hari, nel 1917 viene condannata alla pena capitale per la sua attività di spionaggio durante la Prima Guerra mondiale.

I primi passi verso “Mata Hari”

Mata Hari
Credits: exibart.com
Mata Hari (Margaretha Geertruida Zelle)

Grazie al proficuo lavoro paterno, la famiglia Zelle può condurre una vita agiata, ma purtroppo le comodità spariscono tutto d’un tratto: Margaretha vede il padre dover dichiarare bancarotta e la madre, gravemente malata, morire nel 1890. Viene mandata dal padrino a Sneek e poi a Leida, in un collegio per future maestre di scuola elementare, un’esperienza durata poco, a causa delle molestie subite da un insegnante.

Margaretha è una bellezza molto diversa da quella delle sue compaesane: ha occhi grandi e neri, capelli lunghi color corvino. Il fascino da orientale che l’avvolge la fa notare da uomini di ogni età, non ultimo il maggiore dell’esercito Rudolph Mac Leod, con il quale si sposa, per poi trasferirsi in Indonesia. Qui assiste a spettacoli di balli tradizionali, che la incantano e pongono le basi per la nascita di Mata Hari, l’Occhio dell’Alba.

Poco dopo il matrimonio si esaurisce, Margaretha si trasferisce quindi nella Parigi della Belle Époque, con la speranza di riuscire ad inserirsi nell’alta società parigina. L’avvenente signorina si esibisce danzando con sensualità, conquistando l’intero pubblico maschile, che rimane affascinato da questa misteriosa creatura d’Oriente.

L ‘attività di spionaggio

L’Occhio dell’Alba si esibisce sui palchi più prestigiosi e ambiti di Parigi, dall’Olympia al Moulin Rouge, ottenendo una fama enorme anche a livello internazionale. Ben presto l’incombenza della guerra interrompe l’equilibrio precario della condizione favorevole della donna, che si ritrova, come i più, a perdere ogni bene. Il console tedesco Alfred von Kremer, nonchè suo amante, le propone di diventare una spia dell’Impero austro-ungarico. La donna accetta e viene addestrata in Germania da Fräulein Doktor, ovvero Elsbeth Schragmüller, una delle prime donne laureate del paese e una delle spie più importanti durante la Prima Guerra mondiale.

Margaretha deve ottenere informazioni in Olanda e soprattutto in Francia e riferirle ai tedeschi. Il nome in codice che le viene assegnato è agente H21. È la seconda trasformazione della donna, che diventa una spia del Secondo Reich. Tuttavia, tornata in Francia, si mobilita anche per i servizi segreti francesi, fornendo loro informazioni riguardanti il fronte nemico. Inizia la doppia vita di “H21“, costretta a tenere i rapporti con due nazioni avversarie, a muoversi in due stati e lavorando per entrambi.

Su di lei sono puntati gli occhi dei servizi segreti di tre paesi: i Deuxième Bureau di Parigi, i primi a insospettirsi e a pedinarla, gli Abteilung IIIb di Berlino e infine i Secret Intelligence Service di Londra. I tedeschi ottengono per primi le prove del tradimento della spia, che viene arrestata e rinchiusa nella prigione di Saint-Lazare. Dopo interrogatori durati mesi, il colonnello Albert Somprou legge la sentenza che la dichiara colpevole di tradimento. In quello stesso carcere vengono giustiziate tre donne diverse: Margaretha, Mata Hari, l’agente H21. Un’unica donna, veramente, che ne racchiude molteplici, e tutte loro sfoggiano al plotone di esecuzione un ultimo sorriso, il più ammaliante mai fatto.

Joelle Cotza

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